Marianna, la speranza in una nuova cura: cosa serve per aiutarla - Live Sicilia

Marianna, la speranza in una nuova cura: cosa serve per aiutarla

La storia di una mamma e della sua speranza.

PALERMO- In questo tempo di dolore e di angoscia, c’è forse una lezione che abbiamo imparato insieme. Dobbiamo lottare e sostenere chi è in un cammino difficile, quale che sia il nome della croce che porta. Marianna Bonomo è una giovane mamma siciliana che sta affrontando la sua lotta contro un nemico devastante, il cancro. Abbiamo raccontato la sua storia e torniamo a farlo perché c’è bisogno di solidarietà concreta. Ci sono cure da pagare e sono molto costose. E già scriverlo sembra inconcepibile: chi può affiggere il cartellino del prezzo all’esistenza di una persona?

Allora, l’unica cosa da fare è superare l’economia della vita umana proprio con la solidarietà di chi sa quanto questo bene sia non negoziabile. Se guardiamo a Marianna, alla battaglia combattuta coraggiosamente con suo marito, alle variabili minute e infinite che compongono ogni quotidianità, non possiamo non riconoscere in quella singolarità il respiro di tutti noi.

“La speranza da una nuova cura”

Il marito di Marianna, il dottore Rosario Raimondo, un medico, racconta: “Siamo tornati dall’America, da Houston, da poco. Lì è stato deciso un cambio di protocollo terapeutico. Si tratta di medicinali approvati l’anno scorso negli Stati Uniti e adesso dalle agenzie del farmaco europea e italiana. Ma, da noi, sono in fascia C, cioè non rimborsabili”. E qui, appunto, si pone il problema del prezzo e della raccolta di fondi che la famiglia di Marianna ha promosso online e che, fin qui, è stata essenziale. “La prima somministrazione – racconta il dottore Raimondo – in forma privata è costata 25mila euro, la seconda circa quindicimila, con il contributo dell’ospedale. Il protocollo prevede la cura ogni tre settimane. Abbiamo chiesto il rimborso all’Asp, la risposta per ora è negativa, perché si ritiene non riconosciuta la terapia di Houston. Io so soltanto che mia moglie è arrivata in Texas che non poteva nemmeno camminare e l’hanno rimessa in piedi e so che ci sono studi che comprovano l’efficacia di quelle cure”.

“Oggi ho ripreso la terapia”

Oggi ho ripreso con la terapia, dopo quasi 20 giorni di sospensione a causa delle piastrine basse – ha scritto Marianna Bonomo su Facebook -.Sono contenta. Fare è sempre meglio che star fermi e aspettare. Ora si continua, passo dopo passo, ad andare avanti sperando che un giorno possiamo parlarne al passato. Io posso solo ringraziare chi, con il suo amore e la sua determinazione, mi ha permesso e spinto a non mollare. Mio marito Rosario e i miei bimbi. La mia famiglia che è stata presentissima e si è attivata, con tanta determinazione, per cercare ovunque altre opinioni. In certi momenti non riesci a essere presente a te stessa, in quei momenti avevo loro, e non è così scontato. Fidatevi, ho visto malati lasciati soli. La famiglia è una ricchezza infinita, soprattutto quando ci si sostiene davvero. Poi ci sono persone che pur non conoscendomi mi scrivono e mi sostengono come se fossi della loro famiglia. Allora che posso dire se non Grazie per l’essere circondata d’affetto. Qui non si molla. Continuate a pregare per me e, se potete, a diffondere la raccolta fondi su gofound: https://gf.me/u/yjr875”.

Il tempo della solidarietà

Se c’è una cosa che questo tempo ci ha insegnato è che non ci sono gesti, per quanto modulati sulle effettive possibilità di ognuno, che non possano essere decisivi. La strada della solidarietà ama i passi, piccoli o grandi, che vengono compiuti. Come i passi di Tiziana, siciliana di Houston, che, con la sua famiglia, ha dato ricovero, affetto e assistenza a Marianna e a Rosario. Lei non vuole che si scriva o che si dica: la bontà ha sempre il pregio della discrezione. Ma noi, invece, vogliamo scrivere e scolpire nella gratitudine dell’affetto il nome di Tiziana, perché il bene è fatto di volti e di persone. Non dimenticarlo offre speranza.

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