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LiveSicilia.it / Province / Agrigento / Il “paracco” raccontato dai collaboratori di giustizia

Il “paracco” raccontato dai collaboratori di giustizia

I dettagli dell'inchiesta Oro Bianco.
AGRIGENTO
di Peppe Castaldo
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Sono tre i collaboratori di giustizia che con le loro dichiarazioni hanno dato un impulso decisivo all’inchiesta Oro Bianco – eseguita dai carabinieri del Comando Provinciale di Agrigento – che ha permesso di scoprire le attività criminali del paracco di Palma di Montechiaro guidato dalla famiglia Pace, intesi “Cucciuvì”. Si tratta di Maurizio Di Gati, ex capo di Cosa Nostra agrigentina arrestato dopo anni di latitanza; Franco Cacciatore, esponente di peso della famiglia mafiosa di Villaseta, arrestato anche lui da latitante; Giuseppe Quaranta, ex braccio destro del boss Fragapane di Santa Elisabetta, coinvolto nell’operazione antimafia Montagna e poi pentito.

Già nel 2007 Maurizio Di Gati parlava delle cosiddette famigliedde di Favara: “ La situazione mafiosa è costituita da una famiglia appartenente a Cosa Nostra detti “chiatti” che si occupano in esclusiva delle principali attività dell’associazione (armi, estorsioni). Ci sono poi dei gruppi “famigliedde” composti da soggetti non sono affiliati a cosa nostra ma che sono comunque a disposizione dell’organizzazione nel senso che favoriscono la ricerca di covi per latitanti, come è avvenuto nel mio caso. Preciso che i i suddetti gruppi si occupano di attività illecite che noi di cosa nostra tolleriamo e tra questi essi regolano rapporti o contrasti tra pivati, commettono rapine e furti anche senza nostra autorizzazione ma non in danno di uomini di cosa nostra. Possono essere utilizzati da Cosa Nostra quali canali di riferimento per le imprese che devono mettersi a posto. Tali famigliedde godono di una limitata autonomia rispetto a cosa nostra ma sono sempre subordinate. I gruppi si compongo di 10 o 15 persone [..] Preciso che cosa nostra in più occasioni ha inserito nella sua organizzazioni, quali affiliati, molti soggetti appartenenti ai suddetti gruppi. L’esistenza di tali gruppi non in contrapposizione con la farniglia mafiosa locale di cosa nostra, in provincia di Agrigento è presente  solo a Favara mentre a Palma di Montechiaro esiste una struttura simile, composta cioè da più gruppi vicini all’organizzazione dominante, con la difftrenza che in quel paese comanda la stidda e non cosa nostra ..”

Il 21 maggio 2019 Franco Cacciatore, ex capo della famiglia mafiosa di Villaseta, interviene così sul punto: “Le famigliedde sono più che altro radicate a Favara e Palma di Montechiaro. Sono famiglie “normali” che si aggregano tra di loro, soprattutto i pastori [..] Cosa Nostra li usa quando ha bisogno di qualcosa ma non fanno parte dell’organizzazione. Sono un nucleo a parte però sempre disponibili ad aiutare cosa nostra.”

Infine anche l’ultimo collaboratore di giustizia, il favarese Giuseppe Quaranta, descrive le famigliedde in un interrogatorio del 2018: “ A Palma di Montechiaro a gestire ogni cosa è Rosario Pace inteso “Cucciuvì”. I rapporti tra questi e Nicola Ribisi, che di fatto è il reggente della famiglia mafiosa di Cosa Nostra nello stesso centro, sono di stretta collaborazione tanto che se Ribisi deve effettuare qualche cosa lo chiede a Pace. In una occasione ho incontrato Gaetano Pace (Gioacchino) il quale ha voluto sapere da me se ero sistemato con Francesco Fragapane ed avuta da me la conferma abbiamo poi proceduto a parlare della questione del furto di bestiame di cui ho già avuto modo di parlare nei precedenti interrogatori..”

Pubblicato il 14 Gennaio 2021, 17:4614 Gennaio 2021, 17:47
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