PALERMO – A quindici anni si può finire nella rete del carnefice, credendo davvero che ci sia solo affetto negli abbracci che si ricevono. Poi gli abbracci iniziano a farsi morbosi e quando si riaprono gli occhi è ormai troppo tardi. Ci si ritrova in una stanza di albergo a fare sesso a pagamento con uno sconosciuto che ha cinque volte l’età della ragazzina di cui sta comprando il corpo. È questo che sarebbe accaduto ad almeno sei aspiranti modelle.
Il numero delle vittime del giro di prostituzione scoperto ieri dalla squadra mobile di Palermo potrebbe essere molto più ampio. Sono vittime, senza se e senza ma. Abbagliate dal luccichio delle passerelle, dallo scintillio dei party e degli eventi mondani, ma soprattutto dal miraggio della carriera e dei soldi.
Prima la fascia da Miss di una città siciliana, poi la sfilata a Milano, capitale della moda. Tutto sembra non solo possibile, ma facile da realizzare anche agli occhi dei genitori che si fidano delle parole dolci dei manager: “La nica sta, bene tutto bene”.
Mai fare di tutta l’erba un fascio. Nel mondo della moda lavorano persone serie, talent scout dall’autentica professionalità, ma ci sono pure sciacalli senza scrupoli. Sarà un eventuale processo a stabilire se i due arrestati di ieri, Francesco Pampa e Massimiliano Vicari, siano colpevoli entrambi di sfruttamento della prostituzione minorile e il primo anche di violenza sessuale.
Sin d’ora, però, emerge il fetore della cloaca in cui sono finite le vite di ragazzine e giovanissime donne. Una cloaca popolata da gente che parte da Palermo per Verona dove “c’era da fare la guerra” con le ragazze in albergo.
“Io ero un oggetto per loro”, ha raccontato ai magistrati di Palermo una delle ragazze. “Limoni da spremere” le ha definite un politico locale nelle intercettazioni: “… spremono limoni fino al massimo, proprio a farci fare pure con i cristiani di 70 anni di 80 anni, capito?”.
Domanda e offerta si incrociano nel mercato del sesso in un malfamato B&B nella zona di via Roma a Palermo come nel lussuoso hotel di Milano: non fa differenza.
La “merce” prima si guarda sulle pagine Facebook e poi si sceglie con quale ragazza incontrarsi. Già, Facebook il luogo dove spesso inizia la catena della seduzione che condurrà le vittime in una camera di albergo.
Era già emerso il mese scorso quando si è scoperto che nella rete di un altro promoter di modelle, Salvatore Luca Longo erano finite una ventina di ragazze, alcune minorenni, attirate con la promessa di farle lavorare nel mondo della moda e dello spettacolo.
Ragazzine oggetto del desiderio degli adulti che fanno sesso e poi pretendono di giustificarsi dicendo di non essersi accorte che fossero minorenni. Anche questo è accaduto qualche anno fa quando Dario Nicolicchia offriva al migliore offerente la propria ragazza in rete. Si parte da una foto, da un complimento e si sprofonda in una cloaca. Sono i guasti della rete, le conseguenze della distrazione o dell’incapacità degli adulti di calarsi nella modernità. Terreno fertile per uomini senza scrupoli per cui il corpo di una ragazzina è merce che vale un paio di centinaia di euro.