Zona rossa, baci e abbracci allo stadio: il giallo della firma

Zona rossa, baci e abbracci allo stadio: il giallo della firma

Un caso nel caso. L'opposizione attacca il sindaco Salvo Pogliese, ma Di Salvo disconosce la propria firma.

CATANIA – Zona rossa, a Catania è tutto chiuso, c’è il divieto di uscire di casa, i ristoranti sono sorvegliati speciali. Ma allo stadio vanno in scena baci e abbracci durante la partita del Catania Calcio. L’opposizione attacca il sindaco Salvo Pogliese, ma crea un caso nel caso. All’interno del comunicato di contestazione era presente la firma del consigliere Salvo Di Salvo, che l’ha disconosciuta. Una firma praticamente “falsa”.

Baci e abbracci

Ufficialmente la partita era a porte chiuse, per il rispetto delle normative anticovid. Di fatto, come hanno immortalato i segugi di Catanista, dopo il fischio dell’arbitro sono scattati baci e abbracci con il primo cittadino Salvo Pogliese. Il sindaco è noto per i suoi legami con le tifoserie e il mondo sportivo, ma anche per la conduzione della trattativa per il futuro del Catania in un momento molto difficile. Tutto regolare, se non ci fosse l’emergenza covid con tanto di regole e relative sanzioni.

L’attacco

Quelle immagini, che hanno fatto il giro del web, sono finite al centro di un comunicato “firmato”, tra poco vedremo i retroscena, dal gruppo consiliare del movimento 5 stelle (Lidia Adorno, Graziano Bonaccorsi, Valeria Diana, Giuseppe Fichera, Emanuele Nasca), da alcuni consiglieri municipali. E ancora, tra i firmatari anche l’ex sindaco Enzo Bianco, il consigliere Lanfranco Zappalà, Giovanni Grasso, ex candidato sindaco del M5S transitato nel gruppo misto e “Salvo di Salvo”. Quest’ultimo, però, ha disconosciuto la “firma”.

“In piena pandemia – scrive l’opposizione – mentre i cittadini responsabili rimangono a casa e i commercianti soffrono per le restrizioni, il primo cittadino cosa fa? Segue la partita del Catania, a “porte chiuse”, incurante delle misure di sicurezza che tutti – autorità comprese – dovrebbero rispettare e, come se nulla fosse, dispensa baci e abbracci”.

“Al di là delle norme – continua l’opposizione – il dato è chiaro: in questo momento storico il sindaco non è in grado di dare il buon esempio.

Una situazione vergognosa che tutti i cittadini devono conoscere.

Ricordiamo – concludono a Salvo Pogliese che non è sindaco del Calcio Catania ma della città di Catania. E il calcio non può essere posto sopra ogni cosa, senza limiti o restrizioni, ancor di più da chi ha ruoli istituzionali”.

“La mia firma non è mia”

Il consigliere Salvo Di Salvo, approdato in Grande Catania, disconosce la propria firma, all’interno del comunicato contro Pogliese. Punto primo: “La mia firma al comunicato – fa sapere Di Salvo – è stata gravemente inserita senza la mia condivisione probabilmente per errore, pertanto mi dissocio dal testo del comunicato e spero che quando accaduto non si ripeta più”. Punto secondo, il dato politico: Di Salvo, disconoscendo la propria firma, non ha rinnovato l’attacco a Pogliese. Del resto, da qualche mese è tornato nella casa autonomista. Forse dalle parti del centrosinistra non era ancora del tutto chiaro.

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