La Finanziaria di guerra e le armi spuntate dai ritardi - Live Sicilia

La Finanziaria di guerra e le armi spuntate dai ritardi

Il punto sulle risorse annunciate nei mesi scorsi. Armao: "Lunedi il bando per l'editoria".

“La velocità di chi è abile nell’arte della guerra è fulminea, e il suo attacco è assolutamente preciso”. Evidentemente il pamphlet “L’arte della guerra” non è tra le letture più amate dagli esponenti del governo Musumeci se la “Finanziaria di guerra” approvata lo scorso aprile avrebbe dovuto combattere l’insidioso nemico pandemico con celerità. Nove mesi dopo, infatti, le somme da destinare a diversi capitoli di spesa restano perlopiù al palo. E anche gli aiuti arrivati a foraggiare le casse delle imprese lasciano l’amaro in bocca. 

Il Piano Covid

Ma andiamo con ordine e partiamo dai fondi del “Piano Covid” e ai bandi regionali da 278 milioni di euro provenienti dal Po Fers di contributi per imprese, turismo, scuola, editoria e trasporti. I 125 milioni previsti come sostegno alle aziende, dopo il fallimento del click day di un paio di mesi fa, alla fine sono stati ripartiti tra tutte le aziende che avevano presentato domanda attraverso una divisione equa per un importo di poco 2156 euro a testa. Poca roba, insomma. Ma comunque denaro arrivato un paio di mesi fa nelle casse degli imprenditori. Nel frattempo ieri sera è arrivato il via libera della commissione Bilancio al regolamento che consente di sbloccare i fondi previsti nella Finanziaria del 2020 per dare una boccata d’ossigeno alle partite Iva e alle piccole imprese. Un tesoretto da 80 milioni e 500000 euro finalizzato ad alleviare le ferite economiche che la pandemia ha lasciato sulla pelle dei professionisti siciliani.

Capitolo editoria

Peggio è andata alle risorse per il mondo dell’editoria. Dieci milioni di euro per sostenere i mezzi di informazione attraverso un avviso a sportello (entro il 30 ottobre) e altri 20 milioni per la patrimonializzazione dei Confidi nelle previsioni. A distanza di due mesi dall’approvazione del decreto da parte della giunta delle risorse a fondo perduto che l’Irfis doveva erogare si sono perse le tracce. Una vicenda che è costata al governo un durissimo attacco da parte del gruppo Domenico San Filippo Editore, con tanto di editoriale al vetriolo sul quotidiano “La Sicilia” che mette nero su bianco la divergenza tra Regione e “esigenze della parte produttive del paese”. Sul punto risponde l’assessore Armao che getta acqua sul fuoco. “Lunedì  il bando, per l’editoria è pronto non capisco le polemiche”. E sui ritardi aggiunge. “Essendo soldi europei hanno una dinamica di indirizzo molto più complessa rispetto ai fondi regionali”, spiega l’assessore. 

Turismo e trasporti: a che punto siamo?

C’è poi il nodo turismo: due i bandi (dal valore di 75 milioni di euro) sul tavolo. Uno destinato agli operatori turistici, l’altro all’acquisto di buoni sconto voli. Dove sono le risorse? Sul mancato pagamento degli operatori l’assessore Manlio Messina spiega che “la procedura da parte dell’assessorato è stata completata”. “Si aspetta la risposta sulla documentazione da parte degli enti preposti (Tribunale, camera di commercio, agenzia delle entrate)”, argomenta l’assessore. “Appena risponderanno, solitamente ci mettono trenta giorni,  cominceremo con i pagamenti”, assicura Messina. E i soldi per chi lavora nel settore dei trasporti? Il sostegno alla categoria prevede un contributo da dieci milioni di euro a fondo perduto da distribuire a taxi, noleggio autovetture con conducente, operatori marittimi e altri trasporti. Le domande pervenute all’assessorato i primi di novembre sono state più di un migliaio e, approvati gli elenchi delle istanze ammissibili. E i soldi? “Stiamo procedendo alle liquidazioni”, assicurano i collaboratori dell’assessore Marco Falcone.  

Il punto sui fondi per la scuola

Uno dei fiori all’occhiello della finanziaria di guerra era quello legato alle corpose risorse da destinare al mondo della scuola per fronteggiare le carenze dettate dall’emergenza sanitarie e al potenziamento del processo di digitalizzazione. A che punto siamo con i due bandi (18 milioni più otto per i dispositivi informatici) lo spiega l’assessore Lagalla. “C’è tempo fino al 19 febbraio per presentare i progetti esecutivi”. Adesso la palla passa alle scuole. “Noi abbiamo già distribuito i soldi alle scuole: sono circa 26 milioni in totale, il bando è partito a fine dicembre, entro metà gennaio  le scuole hanno presentato i progeto preliminari”, spiega. I numeri sciorinati dall’assessore sono i seguenti: circa 450 scuole hanno risposto al bando per i dispositivi informatici e quasi altrettante per i lavori di edilizia leggera. Poi racconta i dettagli del percorso.”Abbiamo mandato alle scuole la comunicazione del prefinanziamento. Entro metà febbraio dovranno mandare i progetti esecutivi relativi alle modalità di spesa di questo contributo”, dice. La tempistica dei bandi è però slittata rispetto a quanto reso noto qualche mese fa. Sul punto Lagalla risponde che la misura si è resa necessaria “perché a dicembre avevano risposto appena 100 scuole”. “Quindi abbiamo prolungato i tempi per avere i progetti preliminari, li abbiamo ritenuti ammissibili e finanziati: adesso queste scuole devono presentare il progetto definitivo”, dice. 

Il nodo buoni spesa

Una gatta da pelare è quella legata alle risorse per gli enti locali ma qui entriamo nel campo dei bonus, nello specifico quello per i buoni acquisto destinati alle famiglie. La procedura è farraginosa, trasferire fondi comunitari ai comuni è molto più complesso che farlo con risorse regionali o statali. Solo 30 milioni dei 100 per i Comuni sono stati ad oggi riprogrammati. E pochissimi sono spesi per difficoltà burocratiche. Il problema di fondo sembra essere quello delle procedure  che qualche “Cassandra” aveva predetto mesi quando si vollero utilizzare fondi comunitari destinati agli investimenti per la spesa corrente: con tutte le complicazioni del caso. “La gestione delle somme da parte della Regione si è dimostrata di una lentezza elefantiaca, rendendole inutili ai fini dell’emergenza. Se fossimo stati in attesa delle somme regionali saremmo morti di fame: alle famiglie non è arrivato nulla (né prestiti, né buoni spesa) e alle aziende circa 2000 euro in un anno”, accusa il deputato regionale pentastellato Luigi Sunseri. “Il governo si è dimostrato incapace di gestire queste somme”, continua. “Lo avevamo detto. Loro pensavano di potere spendere quelle risorse come se fossero all’interno del bilancio della Regione e quindi facilmente trasferibili e invece si è dovuta seguire tutta un’altra procedura. Le somme per le piccole imprese del bonus Sicilia, ad esempio, sono state riprogrammate due giorni fa, a distanza di 8 mesi”, spiega il deputato.

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