Spacciare per stipendiare i boss: potere e droga, 102 imputati - Live Sicilia

Spacciare per stipendiare i boss: potere e droga, 102 imputati

Il gup ha deciso di dividere in due tronconi il processo abbreviato.
INCHIESTA SKANDERBEG
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CATANIA – Un esercito di 102 imputati. Si è svolta nell’aula bunker di Bicocca l’udienza preliminare scaturita dall’inchiesta antidroga dello scorso novembre denominata Skanderbeg. Un blitz che ha disarticolato tre organizzazioni criminali che gestivano 12 piazze di spaccio tra San Giovanni Galermo e via Capo Passero, tutte ‘rifornite’ dal gruppo santapaoliano dei Nizza capeggiato da Lorenzo Michele Schillaci, detto l’albanese. 

Il processo spezzato in due

Sono servite diverse ore per poter arrivare alla presentazione della scelta dei riti. E alla fine il gup Carlo Cannella, anche in considerazione del periodo d’emergenza sanitaria, ha deciso di dividere il processo in due tronconi. Gli imputati che hanno optato per il giudizio abbreviato, in totale 77, sono stati divisi in due gruppi. Le prime posizioni saranno discusse dal pm Rocco Liguori il prossimo 14 aprile, quando è previsto l’inizio della requisitoria. Per il secondo gruppo invece la data fissata è quella del 29 giugno.  

Il 20 febbraio invece il gup deciderà sul rinvio a giudizio di 7 imputati. Mentre saranno valutati il 15 febbraio le richieste di 14 patteggiamenti. 

L’esercito di imputati

I nomi dei 102 imputati sono Concetto Aiello, Cirino Nicola Allegra, Giuseppe Barbagallo, Vincenzo Barbagallo, Christian Barbato, Giuseppe Emanuele Belgiorno, Salvatore Bellanti, Letizia Bellia, Giuseppe Biazzo, Simone Biazzo, Simone Billa, Antonio Bonaceto, Andrea Calabretta, Mario Maurizio Calabretta, Antonio Calì, Gianluca Calì, Orazio Castagna, Domenico Caudullo, Salvatore Celano, Cipriano Hermann, Concetto Renato Consoli, Orazio Salvatore Coppola, Orazio Danubio, Antonino De Luca, Damiano De Luca, Luciano Di Benedetto, Simone Di Mauro, Alessandro Di Pasquale, Dario Di Pasquale, Francesco Di Pasquale, Giuseppe Benedetto Simone Fichera, Francesco Finocchiaro, Nicola Franceschini, Antonio Silvestro Franceschino, Fabio Furnari, Gabriele Furnari, Filippo Gennaro, Simone Giudice, Giovanni Grasso, Ignazio Grasso, Lucia Greco, Eugenio Guerrera, Marianna Ierna, Alessandro Ilardo, Giuseppe Ilardo, Salvatore La China, Giovanni Michele Lanzafame, Natale Lanzafame, Antonino Andrea La Piana, Vincenzo La Piana, Carlo Giovanni La Rosa, Marco Lentini, Antonio Longo, Carmelo Maiuri, Raffaele Ferdinando Maiuri, Vanessa Sheila Maiuri, Antonio Marcanzò, Salvatore Marcanzò, Eugenio Marchese, Giuseppe Masci, Pietro Masci, Felice Masotta, Eugenio Minnella, Giuseppe Mirabella, Alessandro Musumeci, Salvatore Musumeci, Concetto Nuciforo, Emmanuel Nuccio, Fabio Patti, Giovanni Platania, Massimiliano Previte, Carmelo Privitera, Ignazio Privitera, Maurizio Privitera, Stefano Privitera, Giuseppe Santo Raineri, Graziella Raineri, Alessio Pietro Raineri, Giuseppe Paolo Rapisarda, Nazzareno Rapisarda, Piero Rapisarda, Giuseppe Rivoli, Christian Russo, Antonino Sanfilippo, Giuseppe Sapuppo, Santo Sapuppo, Carmelo Scalia, Giuseppe Samuele Scalia, Lorenzo Michele Schillaci, Carmelo Spampinato, Giambattista Spampinato, Ignazio Christian Speranza, Oreste Squillaci, Natale Strano, Alessandro Tomaselli, Antonino Trovato, Francesco Tudisco, Maurizio Vaccalluzzo, Dario Valastro, Alessandro Vecchio, Domenico Vinciguerra, Samuele Zuccaro. 

L’inchiesta

Sono passati poco meno di 3 mesi da quando è scattato il blitz dei carabinieri. La roccaforte della droga catanese è stata messa sotto assedio dai militari. Sotto scacco le organizzazioni criminali che sotte l’egida della famiglia catanese di Cosa nostra avrebbero gestito diverse piazze di spaccio capaci di fruttare i soldi per poter assicurare gli stipendi ad alcuni uomini d’onore del clan Santapaola.  Un giro d’affari quindi di diversi zeri, ma questo non è stato un ostacolo per 57 dei 102 imputati per ottenere il reddito di cittadinanza. Che il gip ha deciso di sospendere.

Spacciatori pronti a far vivere a ragazzini il mondo della droga come fosse pura normalità. Come normalità sarebbe sparare colpi di mitra pochi minuti prima dello scoccare della mezzanotte di Capodanno. Immagini immortalate dalle telecamere dei carabinieri che hanno riaperto le ferite dei divari sociali e di opportunità tra centro e periferie catanesi.

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