MIO Italia, il presidente Bianchini: "Predisposto un piano per la ripresa" - Live Sicilia

MIO Italia, il presidente Bianchini: “Predisposto un piano per la ripresa”

Il presidente del Movimento indica la strada per la ripresa

«Siamo fiduciosi nel “cambio di passo” del governo Draghi e prefiguriamo il giorno in cui il settore dell’ospitalità a tavola (Horeca) – che vale il 30% del Pil ed è la seconda “chiave” del turismo – potrà aprire senza alcuna restrizione. Per questo MIO Italia – dichiara il presidente del Movimento Imprese Ospitalità Paolo Bianchini – ha predisposto un Piano per la ripresa economica del comparto. Si tratta di un documento in dieci punti che auspichiamo sarà al centro di un tavolo di confronto con il Governo e i vari attori istituzionali. Lo abbiamo già inviato alla Presidenza del Consiglio, alla Conferenza delle Regioni e all’Anci».

Bianchini parla anche dell’attuale situazione debitoria delle attività che fanno parte del comparto: «Per fare fronte all’attuale condizione debitoria, le aziende della ristorazione dovranno fatturare almeno un 30% in più rispetto al 2019. E qui nascono le nostre preoccupazioni. Perché è chiaro che con le misure di distanziamento e il crollo del potere d’acquisto delle famiglie, la possibilità di un aumento di fatturato è pura utopia. Il nostro Piano potrà scongiurare, congiuntamente alle riaperture, la crisi senza ritorno del settore della ristorazione».

Il Piano, in dieci capitoli, sviscera le problematiche del comparto Horeca proponendo, caso per caso, le singole soluzioni. Ecco  i punti in cui si articola: AffittiIndennizziBancheTributi localiFiscoIvaUtenze e ServiziLavoro dipendenteLegge Bersani-ViscoLotteria degli scontrini.

«Gli indennizzi, per prendere un punto chiave del Piano, dovranno essere calcolati sulle effettive perdite di fatturato. Ogni chiusura forzata dovrà essere accompagnata da immediati risarcimenti. Questi ultimi – conclude il vice presidente di MIO Italia Salvo Longo – vanno previsti anche per le New Co e le aziende esodate. Nel Piano, poi, è considerata la rimodulazione o l’annullamento della Tari, come di altre  tasse e tributi locali riguardanti le attività che abbiano subito riduzioni importanti di fatturato durante la pandemia».

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