Palermo, da top tecnico a esonerato: fallito il progetto Boscaglia - Live Sicilia

Palermo, da top tecnico a esonerato: fallito il progetto Boscaglia

È stato scelto per far fare il salto di qualità alla squadra, ma non c'è mai riuscito
CALCIO - SERIE C
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PALERMO – È finita come nessuno si aspettava ad inizio stagione. Boscaglia, dopo sei mesi, è stato esonerato da allenatore Palermo.

Nessuno si aspettava finisse così. Al momento del suo arrivo il tecnico gelese era considerato il migliore acquisto del Palermo, colui che avrebbe potuto portare i rosanero in Serie B. L’esperienza e i campionati di Serie C vinti (il primo con il Trapani il secondo con la Virtus Entella) facevano ben sperare.

La stagione, però, non è cominciata sotto i miglior auspici. Lo si era capito già dal ritiro di Petralia Sottana. Durante la preparazione della stagione, infatti, il tecnico non poteva contare su un numero di giocatori tali da cominciare a provare gli schemi che avrebbe attuato per il campionato. Tutto questo è continuato anche oltre, al punto tale che si è arrivati alla prima giornata di campionato senza nemmeno aver disputato una gara amichevole e con gli ultimi acquisti arrivati a calciomercato chiuso.

La squadra, se non in alcune apparizioni, non è mai sembrata una vera squadra e le prestazioni lo hanno dimostrato. Questo, forse, anche per via del modulo scelto dal tecnico, che ha quasi sempre giocato con il 4-2-3-1, pur non avendo un vero trequartista in squadra. Il passaggio al 4-3-3 ha cambiato qualcosa e il solo innesto di De Rose a gennaio ha dato una grossa mano, ma non è bastato.

L’intero gruppo non ha mai fatto il salto di qualità. Contro le favorite per la vittoria del campionato ha sfoggiato buone prestazioni, per poi cadere malamente contro squadre meno blasonate e con obiettivi di salvezza. Anche a questo il tecnico non si è mai dato una spiegazione.

Se si guardano i risultati ottenuti dalla squadra salta all’occhio che la prima vittoria è arrivata solamente alla settima gara giocata, certamente non il massimo per chi voleva lottare per la Serie B.

A Boscaglia si chiedeva il salto di qualità e di far crescere qualche giovane, ma oltre Lucca, che ad inizio stagione ha dovuto sgomitare con Saraniti per il posto, non si è visto nessuno di loro in campo con grande continuità. Tra loro anche lo zoccolo duro che lo scorso anno ha vinto il campionato di Serie C non è stato grande protagonista e le scorie all’interno dello spogliatoio erano palesi.

Nell’ultimo turno in casa un nervoso Saraniti è entrato in campo per dare una mano, ma in meno di 10 minuti si è fatto cacciare, lasciando la squadra in inferiorità numerica. Anche ieri, contro la Viterbese, la squadra ha finito in nove, senza un vero e proprio gioco e senza dimostrare di credere nella rimonta.

Le colpe, ed è fuori di dubbio, non sono solo di Boscaglia ma anche della società. Non ci si può presentare al primo campionato professionistico con un notevole ritardo di programmazione, nemmeno da appuntare al Covid perché già a marzo la dirigenza era consapevole di essere stata promossa in Serie C. Inutile nascondersi dietro un dito. La programmazione è stata sbagliata e anche alcuni calciatori non hanno rispettato le attese.

Adesso a Filippi il compito, non semplice, di salvare una stagione che sembra fallimentare, ma che a cominciare dal derby potrebbe svoltare e il raggiungimento dei playoff sarebbe da considerare un grande traguardo.

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