Tari, rifiuti, traffico: cronaca di una giunta sotto assedio - Live Sicilia

Tari, rifiuti, traffico: cronaca di una giunta sotto assedio

Un Comune in piena emergenza e gli orlandiani si interrogano sul 2022

PALERMO – Una giunta sotto tono, quasi sotto assedio, alle prese con le continue emergenze di un Comune che sembra far fatica anche a restare in piedi. Non si può dire che questo sia il momento migliore per l’amministrazione guidata da Leoluca Orlando che ieri si è ritrovata a Sala delle Lapidi, ancora una volta, sotto accusa: casus belli la situazione del Ponte Corleone, con l’assessore Maria Prestigiacomo finita sul banco degli imputati.

E se a chiederne le dimissioni fossero stati solo Forza Italia, FdI e la Lega, nessuno si sarebbe stupito; il punto è che a farlo è stato anche un partito di maggioranza come Italia Viva che non ha certo usato il guanto di velluto. “Se l’assessore Maria Prestigiacomo non è in grado di affrontare questa emergenza si dimetta”, hanno scritto senza mezzi termini i consiglieri renziani in una nota. E se perfino uno solitamente mite ed equilibrato come Toni Sala, che è peraltro considerato un orlandiano di ferro, ha chiesto l’invio di un commissario invitando l’assessore ad occuparsi di altro, vuol dire che la tensione a piazza Pretoria è ben oltre il limite di guardia.

Non è un mistero che nella squadra degli assessori il clima non sia dei migliori: vuoi perché il secondo mandato ormai volge al termine, vuoi perché il Professore sembra ormai proiettato verso altri lidi, la sensazione è che l’amministrazione sia ormai travolta dagli eventi. Il restringimento del Ponte Corleone è arrivato come un fulmine a ciel sereno a causa dell’inaspettatamente severa relazione dei vigili del fuoco, ma ci sono altri nodi che ormai stanno venendo al pettine e che sono tutto fuorché una sorpresa. La giunta non riesce a chiudere il bilancio del 2021, c’è un solo dirigente tecnico in tutto il Comune, i concorsi sono fermi al palo, i cantieri vanno a rilento (vedi quelli in circonvallazione), da aprile nessuno si occuperà di riparare le strade, la spesa non necessaria è stata praticamente bloccata e per quest’anno, come emerso oggi a Sala delle Lapidi, è scontato un aumento della Tari per pagare gli extra-costi dovuti alla chiusura di Bellolampo. E a proposito di Bellolampo, è saltata fuori un’altra novità: in un paio di mesi la sesta vasca sarà piena e la Rap dovrà iniziare a portare i rifiuti fuori dalla Sicilia, cosa che potrebbe far schizzare ulteriormente verso l’alto la Tari.

“La verità è che si lavora molto sulla programmazione del futuro, ma poco sull’immediato” dice uno che da tempo attraversa i corridoi di Palazzo delle Aquile e l’immagine di una giunta messa sotto assedio dalla sua stessa maggioranza inizia a ripetersi fin troppo spesso. Il sindaco non sembra aver mosso alcun rilievo alla Prestigiacomo che è comunque una sua fedelissima e, del resto, trovare un’altra quota rosa in questo momento sarebbe un’impresa ardua, visto che anche il rapporto con i partiti sembra ai minimi storici. La casella del Bilancio, una volta di Italia Viva, continua a rimanere vuota e le deleghe sono in mano al Professore che sta provando (con poco successo) a fronteggiare anche l’emergenza dei cimiteri con l’aiuto del suo Capo di Gabinetto, chiamato a mettere pezze in una macchina comunale in panne.

Altro episodio emblematico è la querelle tra la Ragioneria e l’Avvocatura sul Fondo contenziosi per il quale, secondo una stima dei legali comunali, servirebbero altri 117 milioni che in via Roma non sanno nemmeno dove andare a cercare. Una stima che sarebbe stata già rivista, ma che ha comunque provocato un terremoto tanto da spingere il sindaco e il direttore generale a scrivere una nota a quattro mani mandata agli uffici coinvolti: entro il 15 marzo servirà un “computo definitivo” perché è necessario che “l’ente debba esprimersi con una voce univoca” su una vicenda “assurta agli onori della cronaca”. “Orlando non può fare tutto e il problema è che manca un coordinamento politico, oltre che burocratico – dice un assessore dietro la promessa dell’anonimato – Rischiamo di arrivare massacrati alle elezioni”.

Già, perché la prospettiva del 2022 inquieta non poco quel che resta dell’orlandismo. I fedelissimi sperano che il Professore sia in qualche modo della partita, facendo da “padre nobile” a una coalizione che impedisca la vittoria del centro o del centrodestra, magari anche con una lista di riferimento, ma il rischio è che si ripeta il copione del 2000 quando Orlando iniziò a fare il conferenziere in giro per il mondo lasciando a sinistra solo le macerie. Non è un mistero che il sindaco speri in un nuovo incarico di prestigio, in Italia o al di fuori, contando su una rete di relazioni che va dal Quirinale all’estero, anche se il nuovo assetto governativo a Roma sembra aver complicato le cose. Il punto è capire cosa ne sarà degli orlandiani e dell’eredità politica di un’esperienza amministrativa che dal 2012 è al governo della città.


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