Vaccini, caos e tanta rabbia: un giorno di passione alla Fiera

Vaccini, caos e tanta rabbia: un giorno di passione alla Fiera

Vaccini ai vulnerabili. La cronaca di una giornata di caos che abbiamo raccontato in diretta.

PALERMO- L’immagine simbolo della giornata è la signora Stefania, in fila tra i vulnerabili, per ricevere la sua dose di vaccino nell’hub della Fiera del Mediterraneo di Palermo. A un certo punto non ce la fa più e si siede sul marciapiede. Non è la sola. Altre persone, qualche anziano, ma non solo, si accasciano su appoggi di fortuna perché, dopo ore, anche loro non ce la fanno più. Ieri era la prima volta dei siciliani fragili che hanno inaugurato la campagna vaccinale nel segmento dedicato. In serata si parla di circa duemila e cinquecento iniezioni al braccio, proprio in Fiera, compresi gli over ottanta, i caregiver che assistono i disabili e alcuni sanitari convocati per il secondo appuntamento.

Ma la cronaca ha registrato soprattutto una lunghissima attesa, oltre i limiti della sopportazione, che abbiamo raccontato in diretta. Il commissario per l’emergenza, il dottore Renato Costa, si è detto dispiaciuto e ha risposto alle nostre domande: “Perché la confusione? Per le anamnesi che, a paziente, durano venticinque minuti, essendo, appunto, fragili, perché qualcuno non ha rispettato l’orario di prenotazione, perché si sono presentati molti caregiver da esaminare. Sono mortificato per il disagio. Diminuiremo le prenotazioni e sarà un peccato perché vaccineremo molte meno persone”. Già oggi dovrebbe esserci una consistente sforbiciata.

Le file si sono formate prestissimo, in mattinata. Assembramenti all’esterno, persone pericolosamente accalcate, quando sarebbe bastata qualche transenna in più e una vigilanza più cospicua. Sarebbe stato necessario, cioè, che qualcuno presidiasse in quantità maggiore la situazione fuori dalla Fiera, per evitare che i tanti convenuti si unissero in un unico gruppo ravvicinato e inestricabile. “Sono in fila da quasi quattro ore, in piedi, ad aspettare il mio turno per il vaccino, che era previsto per mezzogiorno. C’è pochissimo distanziamento e qualcuno mi alita addosso, ho dovuto chiedere di allontanarsi. Penso soprattutto ai vecchietti in piedi, sotto il sole, senza la possibilità di sedersi”. Questa la testimonianza di Giacomo Cacciatore, scrittore di 54 anni, affetto da sclerosi multipla, rilasciata all’agenzia Adnkronos. 

Nel pomeriggio lo scenario non è migliorato. La coda, già alle cinque, era lunghissima. Tanti hanno, a ragione, protestato. Tanti hanno sfogato, contro chi cercava di mettere un po’ d’ordine, rabbia e malumore. Una situazione difficile da gestire. Dentro, l’organizzazione funziona con la necessaria precisione. Nel padiglione 20, una volta approdati, le procedure per la vaccinazione sono state accurate e rapide, per quanto possibile. Ma resta il ricordo di una folla inopportuna, nelle dimensioni e nella vicinanza, appena oltre il cancello. E resta la memoria della signora accoccolata sul marciapiede, stanca e sconsolata, con i suoi compagni di attesa.


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