Rifiuti, le relazioni pericolose: Tech in amministrazione giudiziaria -

Rifiuti, le relazioni pericolose: Tech in amministrazione giudiziaria

Misura di prevenzione nei confronti della Tech Servizi Srl. Ecco i particolari.

SIRACUSA – Relazioni pericolose con la criminalità organizzata, un fiume di soldi e interessi sospetti sulla gestione dei rifiuti. La Tech Servizi, colosso del settore ambientale, è in amministrazione giudiziaria. La decisione arriva dopo la richiesta del Pm Fabio Regolo, della Procura etnea e le indagini della Dia e della guardia di finanza.

Da sinistra il procuratore Carmelo Zuccaro e il coordinatore delle Misure di prevenzione Fabio Regolo

Le verifiche

Un’inchiesta poderosa, quella catanese, alla quale hanno partecipato lo Scico della Guardia di finanza, il gruppo interforze antimafia della Prefettura di Siracusa e la direzione investigativa antimafia di Catania.

Secondo gli inquirenti, Christian La Bella, “amministratore di fatto e di diritto della società”, incensurato, avrebbe “ntrattenuto rapporti con diversi esponenti della criminalità organizzata”. Queste relazioni pericolose, avrebbero “funzionato da volano all’espansione degli interessi economici e alla crescita del fatturato dell’azienda di titolarità”.

L’odore dei soldi

Gli inquirenti hanno documentato relazioni “in ambito istituzionale”, dei vertici della Tech Servizi, “coniugate con l’avvio di affari con soggetti malavitosi”.

Grazie a queste relazioni, La Bella avrebbe “realizzato crescenti volumi d’affari, passando dai poco più di 6 milioni e mezzo di euro dell’anno 2008 agli oltre 42 milioni di euro dell’anno 2018”.

Il fronte catanese

Sulla scorta delle indagini della Dia, la Procura di Catania ha ricostruito i rapporti, tenuti nel 2014, “con alcuni esponenti della criminalità organizzata catanese”, consentendo il “raddoppio del fatturato”.

Dal 2013, “sono risultati rapporti di affari tra Christian La Bella e Giuseppe Guglielmino”, vicino a esponenti del clan mafioso catanese “Cappello – Bonaccorsi”.

Ragusa e Palermo, relazioni pericolose

“Grazie all’intermediazione del Guglielmino – scrive la Procura – emergono rapporti tra la Tech. Servizi S.r.l. e l’organizzazione criminale denominata clan“Mormina”, operante nel ragusano”. Stesso discorso per Palermo, dove “si registrano attività della Tech. connesse alle organizzazioni criminali”.

La Bella avrebbe realizzato affari nella Sicilia occidentale e in particolare a Palermo, “con il beneplacito delle organizzazioni criminali operanti in quel territorio”.

La ‘ndrangheta

I magistrati hanno ricostruito relazioni tra la Tech Servizi e “organizzazioni ‘ndranghetiste”. I collaboratori di La Bella sarebbero stati in contatto con “Francesco Barreca, appartenente, per vincolo familiare alla ‘ndrina“Barreca”, storica famiglia malavitosa reggina alleata del clan De Stefano”.

I dipendenti

I magistrati puntano il dito contro il rischio di infiltrazione mafiosa nella Tech servizi, a causa dell’alto numero di pregiudicati assunti come dipendenti, “o comunque vicini ad ambienti malavitosi”.

Le infiltrazioni sono confermate dall’informazione interdittiva del Prefetto di Siracusa un anno fa.

Le misure

Il provvedimento di amministrazione giudiziaria ha “effetto conservativo degli asset aziendali”. Lo scopo è quello di evitare di disperdere le risorse facendo venir meno “l’inquinamento mafioso”. La Guardia di Finanza si è avvalsa del software “molecola” e dei più innovativi sistemi di investigazione, come la “Dorsale informatica”, software recenetemente rilasciato dal comando generale delle fiamme gialle.


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