"Calci, pugni e minacce: la nostra vita difficile alla Fiera"

“Calci, pugni e minacce: la nostra vita difficile alla Fiera”

Parla Chicco Alfano, della Protezione Civile: "Così sono stato aggredito".
I VACCINI A PALERMO
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PALERMOChicco Alfano – figlio di Beppe, giornalista siciliano assassinato dalla mafia – è generoso come suo padre. “Papà, ai tempi del terremoto dell’Irpinia – racconta – partì per aiutare le persone colpite dalla disgrazia. Io, come appartenente al dipartimento regionale della Protezione civile, cerco di dare una mano per i vaccini”. Un sisma allora, come ora, sia pure in modo diverso. In Irpinia, era il 1980, tremò la terra con conseguenze tragiche. Oggi il cuore di tutti trema, sotto le scosse della pandemia.

Chicco è un funzionario di servizio all’hub vaccinale della Fiera del Mediterraneo di Palermo, luogo di speranza, di disagi e, talvolta, di inciviltà. Protestare per la fila troppo lunga, se è il caso, va bene, anzi, è sacrosanto: ma la violenza è un’altra cosa. Inaccettabile. Con un filo di ironia, racconta ancora: “Ieri, mentre la gente era in coda, io passavo per cercare di tranquillizzare tutti. E mi sono arrivati due pugni sulle spalle. Mi sono voltato, nessuno parlava. Sembrava quasi lo schiaffo del soldato… Che dovevo fare? Sono andato avanti, come se niente fosse, per non creare problemi”.

Di sera, un altro episodio: “Un uomo ha forzato la porta dell’uscita al padiglione venti, urlando come un disperato. Mi sono fatto avanti per capire cosa fosse successo e lui mi ha insultato. Abbiamo provato a calmarlo, sono piovuti spintoni e minacce. E’ stato necessario chiamare la polizia, ma si era dileguato prima dell’arrivo della volante. Per un pelo, grazie all’intervento di mia sorella Sonia e dei miei colleghi, non mi ha messo le mani addosso”. “Piena solidarietà a Chicco Alfano e ai volontari della Protezione civile – dice il capodipartimento, l’ingegnere Salvo Cocina – abbiamo chiesto al prefetto un presidio fisso di vigilanza”.

“Sono scene purtroppo all’ordine del giorno – continua Chicco – alcuni colleghi sono stati presi a calci e a pugni. Noi siamo qui per aiutare, io comprendo il disagio, il senso di frustrazione di chi affronta l’attesa. E siamo disponibili a prestare soccorso, ma non sempre è semplice. Mi permetto un piccolo appello: non venite fuori dall’orario delle prenotazioni”.

La stessa narrazione del dirigente generale, Mario La Rocca: “Le persone devono capire che non si tratta di spingere per entrare nel club esclusivobisogna avere la giusta pazienza. Ieri, il commissario Renato Costa, ha finito di vaccinare all’una e mezza di notte. E deve prendersi gli insulti di chi non rispetta le regole? Non sono tutti, ovviamente. Molti sono rispettosi. Ma qualcuno, qualche furbetto, si presenta a orari non congrui, rispetto alla prenotazione e questo crea caos. Così, ripeto, non ce la possiamo fare mai. Ho visto io stesso macchine posteggiate fuori sotto i tendoni che devono accogliere chi si vaccina”.

Una campagna di vaccinazione su larghissima scala non è una passeggiata. Ci sono delle cose da migliorare? Sì e le stiamo segnalando. Ci sono dei comportamenti che vanno evitati? Pure. Soprattutto, deve essere chiara la consapevolezza del momento. Si tratta di mettere in sicurezza, il prima possibile, più gente possibile. Questo terremoto chiamato Covid non perdona.

(nella foto, Chicco Alfano con l’ingegnere Salvo Cocina, capodipartimento della Protezione Civile)


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