A Palermo la street art di Buglisi omaggia Falcone - Live Sicilia

A Palermo la street art di Buglisi omaggia Falcone

Un nuovo progetto d’arte contemporanea prodotto dalla fondazione Falcone

L’espressione dolce, sospesa un po’ fra il malinconico e il confortante, del giudice Giovanni Falcone campeggia dal 25 aprile sulla parete di un edificio che fa angolo in via Duca della Verdura, sopra l’aula Bunker dell’Ucciardone di Palermo. Il monumentale ritratto al giudice è il nuovo murales realizzato dallo street artist palermitano Andrea Buglisi, e fa parte di un dittico dal titolo “La Porta dei Giganti” che verrà inaugurato il prossimo 23 maggio per il 29esimo anniversario della strage di Capaci.; l’altra porzione sarà completata entro luglio, a pochi metri in un altro edificio in via Sampolo, e raffigurerà il giudice Borsellino.

“Ho lavorato molto sul tratto emotivo di questo ritratto – dice Buglisi – sono tante le sfumature di questa espressione, esce fuori una certa dolcezza e malinconia che ho voluto amplificare con il mio lavoro. E’ malinconico ma mai rassegnato, anzi molti l’hanno visto come uno sguardo confortante per la città, rassicurante, poi essendo anche un’espressione molto sospesa può essere vista in diversi modi”. Raffigurato bicolore, la scelta e il significato dei colori -in particolare del verde dello sguardo – sono spiegati dall’artista così: “Ricorda il vetro dell’aula Bunker, e non a caso il murales sorge proprio sopra l’aula Bunker e poi il vetro blindato allude al fatto che lui ha avuto una vita blindata e poi l’ho scelto per armonizzarlo meglio al contesto, e ben integrarlo con i colori della spazio circostante, ricco di alberi; il marrone sotto proviene dalla mia passione per il cinema di genere degli anni ’70, in particolare lo spaghetti western e infatti uno dei ragionamenti che ho fatto è stato proprio questo: Palermo in quegli anni era il far west, si sparava continuamente e ogni giorno c’erano morti per cui in un contesto del genere ho immaginato un eroe giusto e malinconico come lui attraverso quell’iconografia tipica del cinema di genere”.

Si tratta di un nuovo progetto d’arte contemporanea “Spazi Capaci/Comunità Capaci” avviato e prodotto dalla fondazione Falcone, con il sostegno del ministero dell’Istruzione e curato da Alessandro de Lisi, che non si conclude con “La Porta dei Giganti”ma prevede un programma di quattro interventi urbani in quattro luoghi significativi della città per un totale di quattro opere autonome e indipendenti tra loro, posizionate in spazi simbolici ed evocativi per Palermo. “Spazi Capaci/Comunità Capaci” è la prima parte, il capitolo 1 in quanto il progetto complessivo dura tre anni e vedrà coinvolti i tre appuntamenti nodali a trenta anni esatti dalla strategia terroristica e stragista di Cosa Nostra – spiega de Lisi – Quest’anno ricade il trentesimo anniversario di Libero Grassi e il 29esimo anno delle stragi di Capaci e via d’Amelio, l’anno prossimo saranno 30 anni da Capaci e via D’Amelio; il successivo anno saranno trent’anni dalla strage dei Georgofili a Firenze e al Pac di Milano in via Palestro e anche ovviamente le bombe a Roma. A settembre 2023 saranno trent’anni dall’omicidio di Don Pino Puglisi. L’idea nostra e’ quella di creare un nuovo percorso d’arte contemporanea, disegnare una nuova urbanistica della resistenza civile che possa essere occasione di riflessione complessiva di questi appuntamenti con la storia ma anche occasione d’invito a vivere la memoria come unitaria e come occasione di sviluppo dei sistemi culturali complessi”.

Così oltre “La porta dei Giganti” in via Duca della Verdura, davanti all’albero Falcone sarà installata una statua di Peter Demetz (L’attesa) che raffigura una giovane donna che rappresenta l’attesa di una città per la giustizia e metaforicamente attende il ritorno di Giovanni e della moglie Francesca; e poi la grande installazione di Velasco Vitali dentro l’aula Bunker, che sarà la più grande istallazione d’arte contemporanea mai realizzata al mondo dentro un’aula giudiziaria attiva: “Branco”, 54 cani a grandezza naturale che simboleggiano la fame di potere criminale e l’abuso della mafia sulla società ma anche la reazione, la lotta civile, la trasformazione in sentinelle a guardia della verità. Un cane tutto d’oro veglierà il caveau dove è custodita l’istruttoria del primo storico maxiprocesso contro Cosa Nostra. E infine a Brancaccio, nella piazza Garibaldi dove sorge la casa museo di Don Pino Puglisi il lavoro polittico monumentale pop-bizantino di Igor Scalisi Palminteri (‘Roveto Ardente’) che ritrae sia Don Pino Puglisi, ma anche quel fiammifero che spegnendosi assassinato da Cosa Nostra ha determinato la rivolta civile e la presa di coscienza di un’intera generazione che lo ha conosciuto.

L’auspicio è che Palermo diventi un polo creativo, un vero e proprio hub dell’arte contemporanea per le battaglie civili e che possa coinvolgere molti altri artisti– chiude de Lisi: “Quindi oltre ai primi quattro artisti lancio un’offerta pubblica a tutti gli artisti di arte contemporanea in Italia che genereranno a Palermo una nuova collezione d’arte per le battaglie civili”. Al progetto hanno aderito anche partner privati, il Colosseo di Roma e la Soprintendenza Regionale alle belle arti di Palermo.

(foto Franco Lannino)


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