Pronto soccorso al collasso: "Ma il problema non è il Covid"

Pronto soccorso al collasso: “Ma il problema non è il Covid”

L'analisi del sindacalista Uil Medici Luca Ruggeri, che da anni opera nella medicina d'emergenza

CATANIA – La sanità funziona come una rete. Quando purtroppo nel ‘sistema’ c’è una falla si produce un effetto domino. La medicina territoriale e periferica ha un ruolo preciso e ben definito nella struttura organizzativa e gestionale del servizio sanitario. Un possibile malfunzionamento genera le maggiori ricadute (a cascata) nei Pronto Soccorso. Precisamente con un sovraccarico di accessi nella prima linea dell’emergenza. 

Luca Ruggeri, sindacalista Uil Medici

“Da tempo ormai la situazione di overbooking al Pronto Soccorso del Policlinico è cronica, ma non è il Covid che genera problemi. Anzi é sotto controllo. I posti in area covid ci sono e tutto si risolve nell’arco di 24 ore. ”, Luca Ruggeri, sindacalista della Uil Medici è pragmatico. E soprattutto riesce a fare uno scatto nitido di come si lavora al presidio di via Santa Sofia. Ma chiarisce che non è l’emergenza coronavirus l’anello della catena da lubrificare. “La problematica maggiore è causata dall’incapacità di riuscire a trasferire i pazienti in reparto – spiega – perché mancano i posti letto. E la situazione si acuisce nel weekend visto che il sabato e la domenica è prassi che non avvengano dimissioni.  Lei pensi che un ricovero in media nell’unità di Medicina Generale, che è poi il reparto maggiormente richiesto, oscilla dalle due alle tre settimane. Tutto questo crea – argomenta ancora il medico – un collo di bottiglia che alcune volte risolviamo trasferendo i pazienti in strutture convenzionate”. 

E se questo non basta, a complicare le cose sono i pazienti che arrivano da fuori città. “Le ambulanze bypassano gli ospedali periferici – denuncia il sindacalista della Uil – adducendo scuse abbastanza discutibili. Al Pronto Soccorso del Policlinico arrivano persone da comuni di tutta la fascia etnea. Una condizione che anche a livello sindacale affrontiamo da tempo, ma le dico che sta diventando sempre più grave e assurda. E quello che le ho raccontato accade soprattutto di notte, che è diventata peggio del giorno. Lavorare di notte – confessa Ruggeri – è diventato un incubo. Quello che mi chiedo è a questo punto quale sia il ruolo degli ospedali periferici?” 

Questo vortice di complicanze provoca un rallentamento fisiologico nell’erogazione del servizio sanitario all’utenza nonostante gli sforzi del personale medico ed infermieristico. “Con oltre 35 pazienti all’interno del Pronto Soccorso il distanziamento è disatteso. E questo rende pericoloso – afferma il medico – continuare a sbarellare. Capita anche che i pazienti, in attesa di ricovero, stazionino nei corridoi. Succede molte volte che quello che dovrebbe essere fatto in reparto si fa al Pronto Soccorso e siamo noi – conclude – a dimettere il paziente senza che mai abbia messo piede in reparto”. Da parte di Ruggeri nessun dito puntato solo la richiesta di un lavoro sinergico, da parte di tutti gli attori della sanità, affinché il sistema possa essere più efficace ed efficiente. 

Partecipa al dibattito: commenta questo articolo

Segui LiveSicilia sui social


Ricevi le nostre ultime notizie da Google News: clicca su SEGUICI, poi nella nuova schermata clicca sul pulsante con la stella!
SEGUICI