"Recuperiamo il rapporto con la città, per il 2022 no ai furbetti" - Live Sicilia

“Recuperiamo il rapporto con la città, per il 2022 no ai furbetti”

Intervista al neo assessore comunale Toni Sala

PALERMO – “Il rapporto con la città è in crisi, inutile negarlo: per questo è necessario che al Comune di Palermo si volti pagina usando questo ultimo anno per fare le tante cose che finora sono rimaste sulla carta. E se qualcuno pensa di tenersi le mani libere per il 2022, sbaglia tutto perché non c’è spazio per i furbetti”. Parola di Toni Sala, consigliere comunale di lungo corso da poco entrato nella giunta Orlando con la pesante delega dei Cimiteri. “Non ho la bacchetta magica – dice a Livesicilia – ma c’è tanto da fare”.

Il sindaco le ha assegnato i Cimiteri e la domanda che tutti si fanno è: ma chi glielo ha fatto fare?
“L’amore per questa città. Sono stato eletto consigliere comunale in una lista civica che faceva parte di un progetto ambizioso: mettere in sicurezza i cambiamenti realizzati nei cinque anni precedenti, consolidare una nuova visione di città, provare a voltare pagina rispetto a un passato non proprio esaltante. Con lo stesso spirito di servizio, ho accettato una delega che nessuno voleva e cioè quella ai Cimiteri perché provare a risolvere questo problema atavico è doveroso politicamente e moralmente”.

Che impatto ha avuto?
“La cabina di regia voluta dal sindaco ha fatto un buon lavoro, ci sono tante iniziative in itinere e altre che dobbiamo sbloccare: l’obiettivo è evitare che le salme in attesa aumentino ulteriormente e anzi farle calare in modo costante, cosa che riusciremo a fare più speditamente in autunno con la riattivazione del forno crematorio. Ci sono però dei meccanismi che vanno perfezionati e dei ruoli che vanno rivisti e se qualcuno non è pronto al sacrificio può farsi da parte, nessuno può permettersi il lusso di non accendere il telefono fino alle nove del mattino. La cura del verde nei cimiteri non può essere sporadica, le sepolture nei campi di inumazione devono essere immediate, le procedure di gara non devono avere tempi morti, il personale del Coime deve aumentare anziché diminuire, le procedure vanno seguite passo passo e portate a termine. Ho chiesto al sindaco piena collaborazione da parte di tutti e me l’ha assicurata: io ci metto la faccia e non accetto rallentamenti da parte di nessuno”.

Il consiglio comunale è stato molto severo sui cimiteri e il sindaco non l’ha presa bene…
“Il consiglio comunale ha semplicemente esercitato le sue prerogative di indirizzo e controllo, non mi pare abbia sbagliato alcunché. Lo ha fatto anche per altri temi e potrebbe, ovviamente, continuare a farlo. Se ci sono problemi e ritardi, non possiamo pensare che siano frutto del caso: evidentemente qualcuno non ha fatto sino in fondo il proprio dovere e provare a correggere le cose è necessario, non individuare i responsabili non renderebbe giustizia ai tanti dipendenti e dirigenti comunali che si impegnano veramente. Se poi qualche assessore o qualche dirigente si è sentito messo sotto accusa… può dispiacere, ma non poteva essere altrimenti”.

Il sindaco ha chiesto una sorta di patto al consiglio comunale su quest’ultimo anno: pensa che i suoi colleghi consiglieri accetteranno?
“Il sindaco ha fatto un appello alla responsabilità che condivido: abbiamo ancora 12 mesi per lavorare, facciamolo tutti nel miglior modo possibile. Certo, i numeri in Aula non aiutano e avremo bisogno di trovare di volta in volta la maggioranza sui singoli atti ma sono fiducioso: sui Cimiteri, per esempio, sono sicuro che il consiglio comunale farà la sua parte. Ovviamente bisogna anche rasserenare il clima e gli attacchi e i rimbrotti continui fra giunta e consiglio non aiutano a risolvere i problemi della città. L’appello alla responsabilità vale per tutti: nel mio doppio ruolo mi sembra naturale tentare di fare da pontiere fra i due organi istituzionali”.

Qualcuno ha definito questa squadra di governo “la giunta dei peggiori”…
“Sono appena arrivato, non penso che il riferimento fosse a me e ovviamente ritengo ingeneroso un giudizio così severo nei confronti di assessori che lavorano quotidianamente per risolvere i problemi, peraltro fra mille difficoltà. Però bisogna ammettere che non sempre l’amministrazione attiva ha brillato per efficienza, non sempre le delibere arrivano in consiglio comunale con la giusta preparazione, non sempre i dibattiti in Aula sono all’altezza delle aspettative. Dobbiamo fare di più, comunicare meglio, coordinarci, evitare i personalismi e le fughe in avanti, recuperare il rapporto con la città: se dopo una pedonalizzazione i commercianti si lamentano è perché, probabilmente, serviva confrontarsi di più, bisogna dare risposte sul ponte Corleone, sul ponte Oreto e sul sottopasso di via Crispi, bisogna prepararsi alla ripresa puntando sulla cultura e sul decoro che non può procedere per spot, così come la sospensione della Ztl non può andare a singhiozzo facendo impazzire commercianti e automobilisti, la città è ancora sporca, la differenziata è al palo e Bellolampo quasi satura. Dobbiamo tutti sbracciarci e lavorare 24 ore su 24 senza gelosie o personalismi, altrimenti questo ultimo anno sarà un’agonia”.

Ultimo anno prima delle elezioni: come vede la partita per il 2022?
“Assisto a un dibattito su alleanze, candidature a sindaco e formule politiche in cui manca però una cosa: la città. Come faccio a stabilire con chi allearmi se non so quali idee condividiamo, quali progetti abbiamo? Ci sono dei temi che sono dirimenti, dai rifiuti alla mobilità passando per le grandi infrastrutture e su quelle bisogna aprire un dibattito pubblico; da lì poi si capirà chi può stare con chi. Io sono stato eletto in una lista civica e, per esperienza, posso dire che gli schemi nazionali non sempre funzionano anche a livello locale. Non mi ha convinto il modello Draghi da replicare a Palermo, ma non mi convincono nemmeno le prese di posizione ideologiche che escludono qualcuno a priori: contano le idee ma anche chi le incarna, ci sono consiglieri comunali dell’opposizione, per esempio, che lavorano molto bene e sarebbe assurdo non riconoscerlo. La vera discriminante è tra chi è a favore dei diritti umani, del diritto alla salute, a un lavoro, all’assistenza, a difesa dell’ambiente e chi no”.

Lei si ricandiderà?
“Sì, anche se al momento vedo uno scenario un po’ confuso. Secondo me ci sono alcuni punti che devono essere chiari: non possiamo fare a meno di Leoluca Orlando, dobbiamo essere in continuità con quello che abbiamo fatto in questi dieci anni, non possiamo pensare che un’alleanza fra Pd, M5s, sinistra e liste civiche basti per essere competitivi, serve anche il centro o ci prepariamo alla sconfitta. Ovviamente serve anche una buona dose di lealtà: se qualcuno immagina di poter scindere questo ultimo anno dal 2022, facendo opposizione palese o mascherata per tenersi le mani libere, si sbaglia di grosso, non c’è spazio per i furbetti”.

A chi si riferisce?
“Se nel 2022 saremo alleati del M5s, non capisco perché oggi il Movimento non entri in maggioranza: Leoluca Orlando c’è ora e ci sarà anche l’anno prossimo, non sparirà di colpo, così come non sparirà Giusto Catania. Se il Partito Democratico fa parte di questa maggioranza, deve farne parte a pieno titolo: non può dire di non votare il Pef Tari, come diceva Italia Viva, perché altrimenti condanniamo Rap al fallimento; non può prendere le distanze dalle decisioni della giunta, visto che ci sono due assessori con la tessera del Pd; non può fare il partito di lotta e di governo, o sei dentro o non lo sei”.

Il Pd vive dissidi interni, alcuni si sono dimessi dalla segreteria…
“Guardo con molto rispetto al dibattito interno al Partito Democratico e non entro nel merito delle loro dinamiche, però quando il sindaco dice che non si può fare a meno del Pd dice una cosa sacrosanta, un campo riformista e progressista deve necessariamente avere il suo perno nel Partito Democratico di Enrico Letta. E questo vale sia a livello nazionale che a livello locale. Il problema è che finora il Partito Democratico a Palermo è stato troppo silente: la città avrebbe avuto bisogno dello spirito riformista del Pd, delle sue proposte, delle sue idee. Non mi pare che ci sia stato nulla di tutto questo, né in consiglio comunale né fuori, e lo dico con enorme dispiacere: penso che il Pd debba tornare a essere e a fare il Pd, la città ne ha bisogno. Però è indispensabile uscire dall’equivoco e non interpretare due parti in commedia, tutti ci aspettiamo che i democratici, a partire dal consiglio comunale, svolgano un ruolo importante che oggi, visti i numeri in Aula, è ancora più decisivo. Solo così costruiremo un percorso credibile per il 2022”.

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