L'amore senza fine di Cristina e Giuseppe

L’amore senza fine di Cristina e Giuseppe: “Ridiamo ancora”

Il peschereccio naufragato e il dolore nella vita di chi è sopravvissuto.

PALERMO- L’amore di Cristina e Giuseppe rivive anche nell’assenza, un anno dopo il naufragio del peschereccio ‘Nuova Iside’ in cui morirono il comandante, Vito Lo Iacono, Matteo, suo padre, e Giuseppe Lo Iacono, il cugino. C’è un’inchiesta per accertare i fatti, incentrata sul ruolo della petroliera Vulcanello. Qui gli ultimi sviluppi.

Per Cristina, come per tutti, il giorno prima, l’undici maggio, fu normale. Ora racconta: “Sto rivivendo tutti i passi. Sì, passo dopo passo, quella giornata di un anno fa. Giuseppe che va via di notte e non fa più ritorno. Sono arrabbiata, non so se potevo fare qualcosa per farlo rimanere. L’ho visto uscire di notte ed è stato l’attimo che ci ha cambiato la vita per sempre. Non riesco a darmi pace”.

Non si può, ma bisogna cercare altre strade: “Vado avanti per i nostri figli. Tra di noi, a tavola, si pensa sempre a lui. C’è la battuta, c’è la lacrima. Ma ridiamo ancora, pensando a quante cose belle ci ha lasciato, solo cose belle. Giuseppe era speciale, era generoso, aiutava tutti. Se ti vedeva triste, si impegnava per riportarti il sorriso. Scusami per lo sfogo. No, non possiamo darci pace”.

Scusarti, Cristina? E’ il destino – si scrive così in attesa che ci sia finalmente quella verità tanto auspicata – che deve chiederti perdono. La tua casa è piena di bellissime foto che appartengono al passato e al presente. Si lasciarono notare subito durante il primo incontro. E il tuo racconto: “Con mio marito ci siamo sposati giovani che avevamo già il nostro primo figlio. Il piccolo ha fatto da paggetto al nostro matrimonio. Ci amiamo da impazzire. Si è dichiarato, da ragazzo Peppe, mentre eravamo su una canoa. Era un pescatore nato. Pure in quella occasione è stato diretto, affettuoso e allegro. Era tenero. Mi ha chiesto: ‘Ci possiamo fidanzare?’. Gli ho risposto di sì. Giuseppe era solare, sapeva fare tutto: cucinare, per esempio. Che mangiate di pesce… Era lui che, nei momenti difficili che non mancano mai, mi tirava su”.

E noi ti ringraziamo, caro Giuseppe, per questo sorriso che sboccia, postumo, nel tempo del dolore. Per l’amore e l’amicizia che hai disseminato nel mare di tutti. E guardiamo con tenerezza una grande storia. Che non può finire soltanto perché sei morto.


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