Un carabiniere nel mirino: "Si deve ammazzare a legnate..."

Un carabiniere nel mirino: “Si deve ammazzare a legnate…”

L'inquietante episodio fa parte dell'inchiesta della Procura di Palermo sullo spaccio di cocaina

PALERMO – I pubblici ministeri li definiscono “spietati”. Pronti a tutto, anche ad alzare il tiro contro le forze dell’ordine. Si tratta di uno dei particolari più inquietanti dell’inchiesta della Procura di Palermo che vede indagate una sessantina di persone per associazione a delinquere finalizzata allo spaccio di droga. La cocaina giungeva dalla Calabria fino al rione Sperone di Palermo e da qui distribuita in tante altre città siciliane.


I pm avevano chiesto l’arresto di una serie di indagati, ma il giudice per le indagini preliminari ha ritenuto che le esigenze cautelari non fossero più attuali. La Procura non è d’accordo e ha fatto ricorso al Tribunale del riesame per ottenere l’arresto. Agli atti dell’indagine c’è una conversazione del 2017 fra Antonino Palazzotto, Salvatore Di Fatta e Vincenzo Militello. Quest’ultimo è considerato il personaggio chiave dell’inchiesta. Prima di finire in carcere per un’altra condanna avrebbe organizzato i traffici di cocaina che partivano dallo Sperone con il benestare dei mafiosi.
Nel dialogo a tre parlavano di un sequestro di droga subito dall’organizzazione nei giorni precedenti. Erano su tutte le furie per il danno subito. Il responsabile veniva individuato in un carabiniere.


Il contenuto delle frasi registrate è inequivocabile: “…. vedi questo cornuto e sbirro dov’è che è stato messo ti giuro su mio figlio che ora lo prendo di petto perché questo fa il cornuto e questo si deve ammazzare a legnate… bene si deve fare”; “… questo non si calma perché appena succede si spaventano e lo trasferiscono”. C’era chi aveva un’altra idea su cosa fare: “… lui non si deve toccare perché è sbirro nell’anima gli devi toccare gli affetti toccando gli affetti lui si butta indietro…”. Non è andata così, nessuno degli investigatori si è tirato indietro. È stata rafforzata la rete di protezione attorno alla persona a cui facevano riferimento nell’intercettazione.

Partecipa al dibattito: commenta questo articolo

Segui LiveSicilia sui social


Ricevi le nostre ultime notizie da Google News: clicca su SEGUICI, poi nella nuova schermata clicca sul pulsante con la stella!
SEGUICI