Musumeci si ricandida ma spieghi cosa ha fatto - Live Sicilia

Musumeci si ricandida ma spieghi cosa ha fatto

Dove sono le riforme promesse?
SEMAFORO RUSSO
di
3 min di lettura

A volte ci vuole coraggio e per la verità molti politici mostrano di averne in abbondanza quando, ad esempio, annunciano di volersi ricandidare alla carica in quel momento ricoperta. L’ultimo, il presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci. Si ricandida, punto. Te lo spiattella in faccia come fosse la notizia più naturale del mondo, l’ovvia conclusione di un percorso governativo, al netto della pandemia non prevedibile, talmente virtuoso da aver trasformato positivamente la qualità della vita dei siciliani. È così? Non parrebbe se guardiamo alle eterne emergenze della martoriata terra sicula ormai destinata ai vecchi mentre i nostri ragazzi fuggono a gambe levate, un motivo ci sarà, verso l’estero o il nord Italia. Un piccolo passo indietro. Musumeci è stato eletto nel novembre del 2017 con il 39,85% dei consensi su un’affluenza del 46,76%, cioè dalla minoranza della minoranza degli elettori. Non che al suo predecessore Rosario Crocetta fosse andata meglio, anzi, ma lasciamo perdere il passato. Leggendo il suo monumentale programma, in versione strong oltre 30 pagine, light circa 15, ci si ubriaca tanti e molteplici sono i punti toccati. Il programma elettorale di un candidato alla presidenza di una delle regioni più popolose e complicate, con una disaffezione alla politica dilagante, dovrebbe essere una cosa seria, l’individuazione di soluzioni non un esercizio di conoscenza dei problemi. Il manifesto musumeciano inizia con alcune dichiarazioni d’intenti, eccone una: “…realizzare un programma di riforme che consenta di strutturare la macchina economica e burocratica in modo che la Regione Siciliana divenga il motore dello sviluppo dell’economia e realizzi uno standard di benessere diffuso”. Chissà, lo diciamo sorridendo e non volendo mancare di rispetto a nessuno, cosa avrebbe esclamato il vicequestore Rocco Schiavone. Seguono pagine e pagine di questioni rilevanti su temi noti: cultura e turismo, efficienza della macchina burocratica, infrastrutture e trasporti, salute, rifiuti, innovazione digitale, eccetera eccetera. La parola “riforma” è ripetuta una quindicina di volte: riforma dei rifiuti, della burocrazia, della formazione, del turismo, eccetera eccetera.

Ora, la domande sono inevitabili. Onestamente, caro presidente Musumeci, ma quante di queste riforme sono state dal suo governo predisposte in disegni di legge poi esitati dall’Ars? In che misura la macchina economica e burocratica è stata strutturata, uso le sue espressioni, in modo da far diventare la Regione Siciliana il motore dello sviluppo, a cominciare dai livelli occupazionali, e causa di un benessere diffuso? Forse, sarebbe il caso, prima di lanciarsi in autocandidature, di illustrare ai siciliani ciò che è stato mantenuto di quel florilegio di promesse, snocciolare le riforme finalmente varate. In breve, dimostrare che la vita dei siciliani se non proprio rivoluzionata, i miracoli lasciamoli a Chi di competenza, è comunque visibilmente, tangibilmente avanzata. Purtroppo credo che lei non lo farà, e non lo farà perché abbiamo ancora l’emergenza rifiuti, l’emergenza acqua, l’emergenza incendi in estate, perché il nostro sistema stradale con gli infiniti cantieri aperti è peggiorato rispetto alle Regie Trazzere al confronto modello di efficienza, perché, a prescindere dal Covid, ancora oggi si suda freddo al pensiero di dover varcare la soglia di un pronto soccorso, perché la macchina burocratica è ferma, invecchiata, lontana nella sua organizzazione dai bisogni delle imprese, dei giovani, delle famiglie. Dobbiamo continuare? Allora, premesso che è un suo diritto ricandidarsi vorrebbe cortesemente spiegare, con dati alla mano che non siano sterili elenchi di atti amministrativi e di spesa, perché si ricandida e perché i siciliani dovrebbero votarla indipendentemente dalle appartenenze? Per favore però, ci risparmi i “j’accuse”: è colpa dello Stato, dei sindaci, dell’Assemblea Regionale Siciliana, della politica, degli impiegati regionali…Il presidente di una regione di cinque milioni di abitanti con ampia autonomia ha poteri e responsabilità enormi, e ne deve rispondere ai cittadini senza giocare a scaricabarile.

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