CATANIA – Il catanese rapito ad Haiti è Vanni Calì, noto imprenditore catanese. Il nome per esteso lo riporta stamani il quotidiano La Sicilia. L’uomo, 74 anni, è stato prelevato nel cantiere dove stava lavorando e si trovava lì per conto della ditta di costruzioni Bonifica Spa, con sede a Roma: si stava occupando proprio della costruzione di una strada.
Il sindaco vicino alla famiglia
Il sindaco Salvo Pogliese, dalla mattinata di oggi, è in contatto coi familiari dell’ingegnere catanese. Il primo cittadino sta seguendo l’evolversi della situazione, seguita con massima attenzione dalla Farnesina: ”Conosco da parecchi anni Vanni Calì, il suo signorile tratto umano e la grande competenza professionale -ha detto Pogliese-. Un episodio che lascia sgomenti per cui auspichiamo una rapida soluzione, affinchè il professionista, molto noto a Catania, possa presto riabbracciare i suoi familiari comprensibilmente angosciati e rasserenare i tanti suoi amici, preoccupati da questa incresciosa vicenda”.
La ricostruzione dell’Ansa
Il sequestro, avvenuto ieri, sarebbe da ricondurre a scopi estorsivi, secondo quanto è trapelato stasera da fonti informate. La notizia è stata confermata dalla Farnesina. L’Unità di Crisi del ministero è stata immediatamente attivata e sta seguendo il caso in raccordo con le altre competenti articolazioni dello Stato, con l’ambasciata italiana a Panama e con il console onorario sul posto.
Le indiscrezioni
Al momento del rapimento, assieme al connazionale c’era anche un altro tecnico, di cui per ora si ignora la nazionalità, che potrebbe essere stato anch’egli sequestrato, sebbene al riguardo non ci siano conferme. Secondo fonti locali, gli autori sarebbero da ricondurre ad una nota gang locale chiamata ‘400 Mawozo’
Musumeci: spero in soluzione rapida
“Spero in una soluzione rapida e serena per tutti, soprattutto per lui, per la sua famiglia e per i suoi amici”. Così il governatore della Sicilia, Nello Musumeci, all’ANSA, sul rapimento ad Haiti dell’ingegnere Vanni Calì, che per diversi anni, dal 1995, è stato assessore della giunta della Provincia di Catania, di cui era il Presidente. “E’ stato in quegli anni – ricorda Musumeci – un grande assessore e un ottimo dirigente. Ha studiato a Catania e si è perfezionato al Politecnico di Torino, un professionista di altissimo livello, che si è formato lavorando nelle più grandi imprese di livello internazionale. Sono vicino alla sua famiglia – conclude il governatore – e spero con tutto il cuore che si arrivi a una soluzione serena per tutti e in tempi rapidi”.
Chi è Calì
E’ stato assessore ai Lavori pubblici alla Provincia di Catania, dal 1995, guidata da Nello Musumeci, e poi mobility manager dello stesso Ente. Apprezzato ingegnere è stato anche sub commissario per l’emergenza cenere lavica durante la violenta eruzione dell’Etna del 2002. Laureato a Catania, Calì si è poi specializzato al Politecnico di Torino. Ha alternato ruoli professionali in aziende (è stato dirigente della Cogei e capo missione in Togo per la Staim) a incarichi dirigenziali. E’ stato anche assessore ai Lavori pubblici nella giunta dell’allora presidente della Provincia, Nello Musumeci, ma restò come esperto e consulente tecnico anche col successore Giuseppe Castiglione. Alla Provincia l’ingegnere Calì è stato dirigente (Pianificazione territoriale, Protezione civile e Trasporti) per un decennio, fino al 2011. Prima di tornare in campo da “professionista imprenditore”, come ama definirsi, con una società di costruzioni specializzata in lavori all’estero. La famiglia, spiega il sito del quotidiano La Sicilia, è stata avvisata dalla Farnesina. Ed è chiusa in un comprensibile silenzio”.
Giarrusso: “Notizia terribile”
“Ho appreso oggi la terribile notizia del rapimento dell’ingegnere catanese Vanni Calì ad Haiti”, afferma in una nota l’europarlamentare catanese Dino Giarrusso, che ha subito contattato lo staff del Ministro Di Maio per chiedere aggiornamenti. “Conosco Calì da quando sono bambino -continua Giarrusso- e sapere del suo rapimento ha lasciato sgomento me come tutti i cittadini catanesi che lo conoscono: parliamo di un ottimo professionista, impegnato nel suo lavoro ma anche in politica, sportivo appassionato e innamorato della vita, sempre pronto a dare una mano e noto per la sua competenza, che lo ha portato a lavorare in ogni angolo del mondo.
Mi sono subito messo in contatto col figlio Andrea, rassicurandolo sul lavoro che l’intelligence italiana ha immediatamente avviato.
Adesso servirà attendere con fiducia, unendoci senza distinzioni, poiché quando un figlio di Catania è in difficoltà non esistono più divisioni e distinguo, ma ci si unisce senza alcuna esitazione. Attendiamo fiduciosi la liberazione di Vanni Calì e il suo ritorno a casa”, conclude Giarrusso.