Fortino della droga, 22 arresti: il capo picchia vedetta "distratta" - Live Sicilia

Fortino della droga, 22 arresti: il capo picchia vedetta “distratta”

All'alba è scattata l'operazione "Piombai". Sono 25 le misure eseguite dai Carabinieri.

CATANIA – Un giro d’affari di 10 mila euro al giorno. Guadagni da capogiro quelli stimati dagli investigatori. In via Piombai, nel cuore di San Cristoforo a Catania, si vendeva crack e cocaina a qualsiasi ora. Un take away della droga che da oggi, però, ha chiuso i battenti.

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Il blitz “Piombai”

Il blitz è scattato all’alba: i Carabinieri del Comando Provinciale di Catania, con il supporto dei militari dei nuclei specializza della Compagnia di Intervento Operativo del XII° Reggimento “Sicilia”, del Nucleo Elicotteri e del Nucleo Cinofili, hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip di Catania nei confronti di 25 persone indagate, a vario titolo, di associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, nonché spaccio e detenzione illecita di sostanze stupefacenti. In carcere sono finiti 21 persone, una ai domiciliari e tre con obbligo di firma alla Polizia Giudiziaria.

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I nomi degli indagati

In carcere sono finiti: Giovanni Alfio Di Martino, Giuseppe Di Martino, Georgiana Xenia Bontu, Pietro Pulvirenti, Domenico Dario Blandini, Carmelo Pulvirenti, Carmelo Motta, Angelo Guarneri, Orazio Laudani, Giuseppe Di Mauro, Antonio Giovanni Bonanno, Antonino Bonaceto, Vita Giuffrida, Vincenzo Pantellaro, Mario Vinciguerra, Giovanni Marchese, Giuseppe Spampinato, Antonino Valentino Di Guardo, Sergio Fortunato Messina, Giuseppe Alessandro D’Amico.

Agli arresti domiciliari Silvia Monica Maugeri. 

Obbligo di presentazione alla pg: Antonino Giuseppe Seminara, Giuseppe Romeo e Salvatore Vadalà. 

Il fortino blindato

Un fortino blindato quello dove sarebbe avvenuto lo spaccio, con tanto di cani da guardia e telecamere. La vendita al ‘minuto’ infatti sarebbe avvenuta all’interno del cortile comune alle abitazioni della famiglia del capo piazza Giovanni Alfio Di Martino, il cui accesso è consentito solo da due portoni blindati. La videosorveglianza sarebbe servita invece a prevenire le irruzioni delle forze dell’ordine.

Le donne spacciavano con i piccoli in braccio

Nell’impresa di famiglia avrebbero spacciato anche donne. In particolare le indagini dei carabinieri hanno individuato la “partecipazione” di tre pusher in gonnella, tra cui la moglie e la cognata del capo-piazza. La quota rosa dell’organizzazione criminale avrebbe avuto la delega alla gestione degli incassi. Incassi che dovevano essere nascosti bene. Ma quando mancavano “gli uomini’ le donne sarebbero state pronte a sostituirli. Purtroppo incuranti anche della presenza dei figli. Molti piccolissimi.

Vedette picchiate

Un capo piazza molto violento quello finito nell’elenco degli indagati dell’operazione Piombai. Guai a distrarsi. Si rischiava la mano pesante del ‘leader’ del gruppo criminale. Alcune vedette – come è stato immortalato dalle telecamere dei carabinieri – sono state picchiate e costrette a subire derisioni ed umiliazioni. Scene che poi, al fine di dare una lezione agli altri soldati della spaccio, erano registrate sul cellulare e poi condivise sui social. C’è stato chi è stato “costretto” a immergersi tra i rifiuti di un cassonetto, oppure chi si è fatto avvolgere il volto con del nastro isolante.

Undici indagati con reddito di cittadinanza

Undici degli indagati sono risultati percettori o beneficiari del “reddito di cittadinanza”. Saranno, infatti, segnalati dagli investigatori all’Inps per la sospensione del beneficio.


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