Parifica del rendiconto 2019 e "irregolarità": le reazioni

Parifica del rendiconto 2019 e “irregolarità”: le reazioni

Il quadro dipinto dalla Corte dei Conti non permette di tirare un sospiro di sollievo. La preoccupazione di partiti e società civile
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Arrivato il via libera della Corte dei Conti alla parifica del rendiconto della Regione siciliana per il 2019, non è ancora il momento di tirare un sospiro di sollievo. Tante le “irregolarità” segnalate dalla magistratura contabile che rischiano, addirittura, di aggravare il disavanzo della Regione nei confronti dello Stato. Immediate e numerose le reazioni della politica e delle parti sociali.

Pd: “Musumeci riconosca il fallimento”

“Musumeci abbia il coraggio di riconoscere il fallimento del suo governo confermato dalle numerose disfunzioni gestionali ed amministrative e dalle irregolarita’ contabili evidenziate nel corso dell’udienza per la parifica del rendiconto generale della Regione siciliana per l’esercizio 2019”. Lo dicono il capogruppo del Pd all’Ars Giuseppe Lupo, ed il segretario regionale Anthony Barbagallo. “Non e’ piu’ accettabile l’improvvisazione dimostrata dal governo Musumeci nella gestione delle risorse, che ha aggravato la precarieta’ finanziaria della Regione. Il presidente della Regione non puo’ pensare di sfuggire alle proprie responsabilita’ praticando lo scaricabarile nel confronti del governo nazionale e della burocrazia regionale. – aggiungono – La riduzione degli investimenti produttivi e la contrazione dei pagamenti dell’amministrazione regionale, evidenziati durante l’udienza, hanno contribuito negli ultimi anni ad aggravare la crisi economica ed occupazionale della Sicilia. “Il governo e le forze parlamentari regionali ascoltino gli autorevoli moniti formulati dai magistrati contabili sulla necessita’ di riforme strutturali, di nuovi investimenti, – osservano – in particolare per l’edilizia e l’ammodernamento tecnologico in campo sanitario, e per valorizzare le opportunita’ offerte dal Pnrr”.

M5S: “Da Musumeci vuota propaganda”

“Il quadro dipinto quest’oggi dalla Corte dei Conti è un quadro disarmante con tinte molto scure. I consiglieri prima e il PM dopo non lasciano molto scampo al fallimentare governo di Musumeci: con numeri alla mano e relazioni piene di dettagli hanno evidenziato la molteplicità e l’eterogeneità delle aree di criticità finanziarie della macchina regionale, criticità che mettono anche in dubbio l’attendibilità del risultato di amministrazione. A questo punto c’è solo da prepararsi al peggio”. Lo affermano i deputati del M5S all’Ars. “I magistrati – affermano i deputati – hanno evidenziato criticità vecchie e nuove che testimoniano il fallimento politico e l’inoperosità di questo governo regionale, visti anche che i numerosi moniti della Corte non sono stati recepiti dalla Regione. La propaganda di Musumeci si scontra con la dura realtà raccontata dalla Corte dei Conti. Chi governa deve essere credibile ed attuare quanto serve per mettere in sicurezza i conti e per evitare che la nave affondi. I siciliani sono veramente stufi di questo fallimentare governo regionale”.

Cgil: “Basta arroganza dalla Regione”

“Una parifica con tutti questi rilievi di irregolarità e prescrizioni e con la bocciatura di conto economico e stato patrimoniale sottolinea la gravità della situazione e rimette in discussione tutta la gestione economica del 2019. Ora l’Ars dovrà dire la sua. Riteniamo a questo punto indispensabile un intervento del governo nazionale, giacchè, dopo quasi quattro anni di legislatura, possiamo dire che il governo regionale in carica non ce la fa”. Lo dice il segretario della Cgil Sicilia, Alfio Mannino. “In questo ultimi anni – aggiunge Mannino – lo stato dei conti è solo peggiorato, e il giudizio di inattendibilità espresso dal Pm Zingale descrive una situazione grave, della quale come sempre alla fine faranno le spese le fasce più deboli della popolazione e questo oggi come mai è inaccettabile”. Mannino aggiunge: “Non si capisce come si sia potuto generare un ulteriore deficit, dove sia andato e a cosa sia servito l’aumento della spesa corrente, visto che non è servito a sostenere occupazione e welfare e progetti di sviluppo produttivo. Il governo regionale non ha fatto nulla in tema di riforme, a partire da quella della burocrazia, mentre permangono sprechi e rami secchi che occorre con urgenza tagliare. Servono rigore e assunzione di responsabilità e la consapevolezza e l’ammissione del fatto che finora, in questa legislatura non si è fatto nulla. Il governo regionale abbandoni qualunque forma di supponenza e arroganza e sia il primo a chiedere aiuto per rimettere sui binari i conti della Regione”.

Uil: “Difficile recuperare”

“I rilievi della Corte dei Conti, ampi e pesanti, mettono profondamente in discussione l’affidabilità del governo regionale. Adesso, a questo punto della legislatura, è difficile recuperare. In mezzo alle macerie si sta entrando in un clima di campagna elettorale e non c’è a benché minima volontà di affrontare i problemi della nostra regione”. Così Claudio Barone, segretario generale della Uil Sicilia. “La situazione contabile che emerge dai rilievi del pm Zingale non è che il completamento di un bilancio fallimentare di questa legislatura. Come sindacato – conclude – non possiamo tollerare che tutto questo si scarichi sui lavoratori e sulle fasce deboli. Metteremo campo tutte le iniziative a tutela dei nostri iscritti per evitare che si riversino su di loro i più pesanti effetti dell’inerzia del governo Musumeci”. 

Cisl: “La strada del risanamento è lunga”

“La strada del risanamento è ancora lunga. E i tanti rilievi mossi ne sono conferma. Ora serve un’accelerazione su tutti i fronti. Sul piano finanziario e anche su quello economico e sociale”. A dirlo Sebastiano Cappuccio, segretario generale della Cisl Sicilia, commentando la parificazione con una serie di rilievi critici, del consuntivo 2019 della Regione, decisa stamani dalla Corte dei Conti dell’Isola. Per il segretario Cisl, “adesso bisogna fare di tutto per archiviare la stagione delle insufficienze finanziarie e contabili. Vanno innescati, anche attraverso il confronto con le parti sociali, i meccanismi virtuosi necessari sul versante del risanamento e su quello della creazione di reddito e lavoro. Vanno realizzate le riforme economiche, sociali, della pubblica amministrazione, del welfare necessarie per realizzare coesione sociale e processi di sviluppo intercettando le ingenti risorse Ue del piano di ripresa e resilienza e dando, anche per questa via, un contributo al risanamento finanziario della Regione”. 

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