Caltagirone a ferro e fuoco: roghi, paura e piani criminali - Live Sicilia

Caltagirone a ferro e fuoco: roghi, paura e piani criminali

Gli incendi hanno colpito auto che sarebbero state scelte casualmente per distrarre le forze dell'ordine

CALTAGIRONE- Riprendono gli incendi dolosi nella città di Sturzo. Date alle fiamme sette auto in poco meno di un’ora. La dinamica, del tutto singolare, ha preoccupato le forze dell’ordine che in queste ore stanno setacciando la zona storica della città alla ricerca di ogni minimo indizio utile a individuare i responsabili.

Alle prime ore di domenica scorsa i vigili del fuoco di Caltagirone ricevono la prima telefonata che denuncia l’inizio di un incendio ad un auto in sosta nel parcheggio della Chiesa San Francesco D’Assisi. L’auto a due metri dalla centralissima Via Roma, nodo stradale fra i più trafficati in città, viene raggiunta prontamente dei pompieri che iniziano le manovre di spegnimento mentre sul posto si recano anche le volanti della Polizia e dei Carabinieri per i primissimi rilevamenti e accertamenti del caso. Passeranno pochi minuti dal primo intervento quando, sempre da cittadini, al numero unico per le emergenze, con cadenza ripetuta, vengono segnalati altri incendi. 

I gesti criminali si consumano in poche centinai di metri

Dalla Via Roma alla seconda auto data alle fiamme la distanza è di 70 metri, stesse distanze più o meno fra le altre 5 auto date alle fiamme.
Gli uomini delle forze dell’ordine di servizio quella notte, dopo la seconda chiamata, intuiscono che il primo incendio non è un caso isolato e mentre continuano le operazioni di spegnimento, si mettono alla ricerca del responsabile che, forse sentendosi braccato, prova a dare alle fiamme un’ottava auto, fortunatamente senza successo, prima di dileguarsi.

Gli inneschi

Esclusa la matrice accidentale, per il numero delle auto coinvolte e la distanza fra loro, sul posto non sono stati trovati inneschi di alcun genere. Nessuna bottiglia incendiaria o altro materiale che, di solito, viene usato per appiccare incendi alle autovetture. 

A farsi strada ci sarebbe l’ipotesi dell’utilizzo di una lampada saldatrice o di un cannello bruciatore portatile, di quelli alimentati da piccole bombole a gas da campeggio.
Ipotesi avvalorata anche dalla modalità con cui le fiamme si sono propagate nelle auto: dalle mascherine in plastica che coprono i radiatori verso i vani motori. 

Piste d’indagine

Si scarta, per il momento, il coinvolgimento di un soggetto già noto alle forze dell’ordine per reati contro il patrimonio affetto da problemi psichici, sul quale anche lo scorso anno ma senza rilevanti riscontri si erano concentrate le attenzioni degli inquirenti. 
Furono 40 le auto a più riprese date alle fiamme in tutta la città e per modalità e soggetti interessati dagli atti vandalici le indagini presero tutt’altra direzione. 

Una delle piste che starebbero seguendo gli inquirenti, porterebbe ad un atto, studiato nei minimi dettagli, per distrarre le forze dell’ordine in quella notte.
Nel frattempo è emerso che non ci sarebbe alcun collegamento fra i titolari delle autovetture, quindi si esclude l’ipotesi di una vendetta premeditata, come quella della ritorsione o dell’avvertimento. Questo nonostante una delle autovetture sia di proprietà di un ristoratore calatino, che sarebbe, in questo momento al pari degli altri, vittima casuale di un disegno criminale ben organizzato.


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