Gli “ascari” e le incognite in aula: Musumeci e il peso dei partiti - Live Sicilia

Gli “ascari” e le incognite in aula: Musumeci e il peso dei partiti

La crociata lanciata dal presidente Musumeci contro la “partitocrazia” rischia di gettare benzina sul fuoco dei rapporti ballerini tra le forze della coalizione.
CENTRODESTRA E DINTORNI
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La crociata lanciata dal presidente Musumeci contro la “partitocrazia” rischia di gettare benzina sul fuoco dei rapporti  ballerini tra le forze della coalizione. “Voi critici, voi personaggi austeri, militanti severi, chiedo scusa a vossia” è il canto avvelenato alla maniera gucciniana che viene fuori dalla kermesse di sabato allo Spasimo. Un modo per sostenere la compagine di governo e le azioni messe in campo finora, certo, ma anche un trampolino di lancio per riconfermare la propria intenzione a ricandidarsi alla guida della Regione. Ma tra il dire e il fare, piaccia o meno, c’è di mezzo una coalizione che deve tenere in conto di equilibri nazionali e logiche locali. In altre parole il “ghe pensi mi” metaforico all’indirizzo dei leghisti è solo la punta dell’iceberg di una prova muscolare che di certo andrà avanti per mesi.

Le assenze di peso

L’ assenza dello stato maggiore di Fdi e Lega, autonomisti e Cantiere Popolare allo Spasimo è un segnale politico da non sottovalutare. Le parole di Musumeci sui partiti che hanno occupato le istituzioni, altrettanto. E svela l’anomalia di questi anni: una coalizione a due velocità in cui il presidente della Regione si relaziona in maniera privilegiata con gli assessori (il più delle volte si dice nei palazzi palermitani graditi maggiormente a lui che ai partiti di appartenenza). “Per me c’è un nemico delle istituzioni e si chiama partitocrazia: cioè quando a governare non sono gli amministratori ma i partiti. Ho chiesto ai partiti si selezionarmi una rappresentanza di assessori e da quel momento in poi il mio interlocutore sono gli assessori. Il rapporto con i partiti non si è interrotto ma le decisioni sono degli assessori e della giunta” ha detto Musumeci rispondendo ai tanti che nei mesi scorsi gli hanno ricordato il peso specifico che hanno i partiti.

Malumori e bocche cucite

E probabilmente il semi endorsement di Gianfranco Miccichè (coordinatore di Forza Italia ma presente in qualità di presidente dell’Ars allo Spasimo) non basterà a sedare i malumori che serpeggiano tra gli alleati. Bocche cucite per il momento. Ma , si sa, la vendetta è un piatto che va servito freddo. Magari in aula, a Sala d’Ercole. Lì i partiti potranno ricordare il loro peso specifico come già avvenuto in occasione dell’approvazione della legge finanziaria. E potrebbero essere dolori perché “la semina” potrebbe scarseggiare se l’aula fa i capricci. Oppure un’occasione per testare i rapporti con i deputati di Attiva Sicilia che a differenza degli alleati istituzionali pare abbiano fatto sfoggio della loro presenza alla kermesse, un antidoto alle ritorsioni di quelli che lo stesso presidente bollò come “ascari” in occasione della ormai storica seduta sul bilancio.

Il presidente pronto a riunire i suoi

Nessuno scopre le carte per ora ma nella maggioranza ci sarebbe più di un dirigente in attesa di un colpo di scena (un altro candidato in campo) pronto a gridare “il Re è morto, viva il Re”. Musumeci ne è consapevole e, come si sul dire, non lascia ma raddoppia. Dopo l’iniziativa di sabato incentrata sui risultati ottenuti al governo, la prossima mossa riguarderà il rilancio del proprio movimento. I beneinformati parlano di un vertice dello zoccolo duro di Diventerà Bellissima (dirigenti, deputati e amministratori) che si terrà nei prossimi giorni del catanese. 


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