Fucilate alla Piana, medico legale: "Cadaveri spostati" - Live Sicilia

Fucilate alla Piana, medico legale: “Cadaveri spostati”

Alla sbarra i due custodi, Giuseppe Sallemi e Luciano Giammellaro
DUPLICE OMICIDIO
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SIRACUSA – I corpi di Massimo Casella e Agatino Saraniti sono stati spostati. Non ha dubbi Veronica Arcifa, il medico legale che si è occupata dell’autopsia sui corpi delle due vittime delle fucilate tra gli agrumeti della piana di Catania. Un dettaglio chiave nel dibattimento in corso davanti alla Corte d’Assise di Siracusa che dovrà valutare le accuse nei confronti di Giuseppe Sallemi e Luciano Giammellaro, entrambi custodi – il secondo in pensione – accusati del duplice omicidio e del tentato omicidio di Gregorio Signorelli.

I due corpi dunque sono stati nascosti, forse per evitare che non fossero rinvenuti. Sono servite infatti ore di ricerche da parte dei familiari, nel febbraio dello scorso anno prima della pandemia, per localizzare i due cadaveri. Massimo Casella è stato trovato dietro un casolare diroccato con le formiche sul volto, mentre il giovane Agatino Saraniti, di appena 19 anni, è stato rinvenuto quasi nudo in un canalone a qualche centinaia di metri di distanza. Era ricoperto di foglie secche.

Rispondendo alle domande del pm, Arcifa ha spiegato che dall’esame autoptico è emerso che Casella è morto sul colpo. Fatale è stato la fucilata sparata alle spalle mentre tentava di scappare. Saraniti, invece, è stato colpito da un primo proiettile, mentre era inseguito è stato raggiunto da un altro colpo al gluteo. Il corpo mortale è stato il terzo: quello che lo ha colpito alla vertebre della schiena. Il medico legale ha spiegato che non vi è stato alcun colpo di grazia. Sul sopravvissuto Signorelli il consulente ha spiegato che la ferita d’arma da fuoco ha prodotto conseguenze invalidanti.

Nel corso dell’udienza è stato esaminato anche Angelo Patanè, cognato del giovane Saraniti. È lui che ha trovato il cadavere del 19enne. Ed è stato sempre lui una delle persone che hanno soccorso Signorelli dopo che era riuscito a nascondersi e a telefonare ai familiari. Dalle campagne di Lentini è partita la corsa all’ospedale Garibaldi di Catania, dove dopo l’intervento l’uomo si è svegliato diventando il teste chiave dell’inchiesta. Si torna in aula il 5 ottobre per l’esame dei consulenti balistici. 

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