La "montagna mafiosa di Agrigento": più di 30 condanne NOMI

La “montagna mafiosa di Agrigento”: più di 30 condanne NOMI

Processo di appello. Ci sono anche degli assolti. Tutti in nomi

PALERMO – Le accuse reggono anche in appello, seppure con sconti di pena, ma vengono pure confermate le assoluzioni del primo grado al processo contro la mafia della provincia di Agrigento.

A dare un contributo al blitz “Montagna” del 22 gennaio 2018 è stato il pentito, ex capomafia di Favara, Giuseppe Quaranta.

Con la scarcerazione, avvenuta nel 2013, di Francesco Fragapane era stato ricostituito lo storico assetto del mandamento di Santa Elisabetta. Francesco Fragapane avrebbe ricevuto il bastone del comando dal fratello Stefano, che a sua volta era stato il successore del padre, l’ergastolano Salvatore. Anche Francesco era già finito nei guai giudiziari. Fino al 10 novembre 2012 era rimasto in carcere. Per tornarci di nuovo nel 2013. Nell’anno di libertà si sarebbe attorniato di uomini fidati, tra cui il favarese Quaranta. E così la vita di Quaranta è finita sotto i riflettori.

Partendo da lui la Direzione distrettuale antimafia di Palermo ha ricostruito l’assetto del mandamento di Santa Elisabetta, nel quale rientrano i territori di Raffadali, Aragona, Sant’Angelo Muxaro e San Biagio Platani, e che ha assorbito quello di Santo Stefano di Quisquina (Santo Stefano di Quisquina, Bivona, Alessandria della Rocca, Cammarata e San Giovanni Gemini. Un supermandamento che veniva indicato con il nome “montagna”.

Prima di consegnarsi ai carabinieri nel 2013, dopo essersi dato alla latitanza per alcuni mesi, Francesco Fragapane averebbe nominato suo referente Quaranta, mentre Giuseppe Nugara divenne responsabile della famiglia mafiosa di San Biagio Platani. Per guidare il mandamento sarebbe stato scelto il bivonese Giuseppe Luciano Spoto, storicamente legato ai clan mafiosi.

Il prestigio di Quaranta, però, durò poco. Sul suo conto iniziarono a circolare cattive notizie: dai soldi che non arrivavano ai parenti dei Fragapane al mancato pagamento di una ingente partita di droga acquista a credito alla famiglia mafiosa di San Cataldo, fino alle dicerie sul suo strano rapporto con la moglie di un pezzo da novanta della mafia.

Francesco Fragapane decise così di “posarlo”. Da luglio 2014 Quaranta perse ogni incarico. Quindi, il 24 aprile 2015, Fragapane tornò a casa e si riprese il potere.

Questo l’elenco completo degli imputati e delle pene: Francesco Fragapane (14 anni), Giuseppe Luciano Spoto (16 anni), Giuseppe Nugara (16 anni), Salvatore Di Gangi (13 anni e 4 mesi), Vincenzo Mangiapane classe ’55 (11 anni), Calogero Limblici (10 anni e 4 mesi), Antonio Vizzì (10 anni e 8 mesi), Vincenzo Cipolla (10 anni e 8 mesi), Massimo Spoto (11 anni), Giuseppe Vella (10 anni), Antonio Giovanni Maranto (12 anni), Calogero Seidita (8 anni e 8 mesi), Raffaele la Rosa (10 anni e 8 mesi), Angelo Di Giovanni (8 anni), Luigi Pullara (8 anni), Antonio Domenico Cordaro (10 anni), Giuseppe Quaranta (7 anni e sei mesi con il riconoscimento delle attenuanti previste per il collaboratori di giustizia), Daniele Fragapane (2 anni e 8 mesi), Stefano Valenti (2 anni e 8 mesi), Gerlando Valenti (2 anni e 8 mesi), Vincenzo Pellitteri (6 anni e 4 mesi), Salvatore Puma (6 anni), Francesco Giordano (6 anni), Calogero Maglio (4 anni e 8 mesi), Pietro Paolo Masaracchia (4 anni e 4 mesi), Franco D’Ugo (4 anni e 4 mesi), Calogero Quaranta (4 anni e 13 giorni), Antonio Licata (3 anni e 8 mesi), Santo Di Dio (4 anni), Carmelo Battaglia (4 anni), Concetto Errigo (4 anni), Vincenzo Dolce (3 anni), Alessandro Geraci (3 anni), Francesco Maria Antonio Drago (un anno e 8 mesi).

Queste le assoluzioni confermate a cui va aggiunta quella di Salvatore Fragapane (difeso dall’avvocato Giuseppe Barba, aveva avuto 10 anni e 8 mesi): Pasquale Fanara, Giovanni Gattuso (i pm in primo grado avevano chiesto 20 anni, era difeso dagli avvocati Giovanni Rizzuti, Massimo Solaro e Pasquale Contorno), Salvatore La Greca, Giacomo Di Dio, Adolfo Albanese, Angelo Giambrone (avvocati Giovanni Castronovo, Simona La Verde e Maria Teresa Nascè, Giuseppe Blando, Roberto Lampasona, Domenico Maniscalco (avvocati Giovanni Castronovo e Angelo Barone), Vincenzo Mangiapane cl’71 (avvocati Giovanni Castronovo. Simona La Verde e Riccardo Pinella), Vincenzo Mangiapane cl’54, Vincenzo Spoto, Salvatore Pellitteri cl’1992, Stefano Di Maria, Vincenzo Valenti, Nazarena Traina, Viviana La Mendola, Pietro Stefano Reina, Salvatore Vitello.


Partecipa al dibattito: commenta questo articolo

Segui LiveSicilia sui social


Ricevi le nostre ultime notizie da Google News: clicca su SEGUICI, poi nella nuova schermata clicca sul pulsante con la stella!
SEGUICI