L'imprenditore "sponsorizzato" dai boss: sequestro da 12 milioni

L’imprenditore “sponsorizzato” dai boss: sequestro da 12 milioni

Dagli affari nel parcheggio dell'area archeologica di Segesta alle imprese di calcestruzzo

PALERMO – Sotto sequestro finiscono beni il cui valore viene stimato in 12 milioni di euro. Si tratta del piccolo impero dell’imprenditore trapanese Francesco Isca: sei società che si occupano di produzione di calcestruzzo, noleggio di macchine e attrezzature per lavori edili, una che gestisce il parcheggio nel parco archeologico di Segesta, 17 rapporti bancari, 128 beni immobili e terreni e 27 automezzi.

Il provvedimento di sequestro è stato emesso dalla sezione Misure di prevenzione del Tribunale di Trapani che ha accolto la proposta della Direzione investigativa antimafia.

Isca si trova agli arresti domiciliari dall’anno scorso. Avrebbe stretto un patto corruttivo con Salvatore Craparotta, ispettore e vice comandante della polizia municipale di Calatafimi-Segesta, ormai in pensione. Multare le auto in divieto di sosta lungo la strada che conduce al tempio doveva essere un dovere per Craparotta ed invece sarebbe divenuto un modo per favorire gli affari di Isca, titolare della “Nuovi Sistemi Edili srl”, che gestisce l’area di sosta a pagamento.

Il vigile di ferro scoraggiava gli automobilisti indisciplinati, solo che il suo obiettivo non sarebbe stato ristabilire l’ordine, ma indirizzarli verso il parcheggio a pagamento dove lavoravano i parenti dello stesso Craparotta.

La pericolosità sociale di Isca, secondo l’accusa, emergerebbe dal legame con il capomafia Leonardo Crimi. Sulla base delle indagini della Direzione distrettuale antimafia di Palermo, Isca avrebbe sfruttato la forza di intimidazione di Cosa Nostra per la sua scalata nel settore del calcestruzzo e dell’edilizia.

Negli anni sono pure emersi i rapporti con Giovanni Filardo, cugino di Matteo Messina Denaro, e Vito Nicastri, il ‘re del vento’ a cui è stato confiscato un patrimonio miliardario ed è stato condannato per corruzione. Ed ancora Isca avrebbe avuto rapporti con Salvatore Crimi e Calogero Musso, considerati rispettivamente capomafia e reggente della famiglia mafiosa di Vita. I rapporti erano talmente stretti che Isca avrebbe mantenuto economicamente la sorella di Crimi e il figlio di Musso.




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