Ore 12:30, la chiamata: “Pronto? È scomparsa Denise Pipitone”

Ore 12:30, la chiamata: “Pronto? È scomparsa Denise Pipitone”

L'ora in cui scatta l'allarme. Della bambina non c'è più traccia

Sono le 12:30 del primo settembre 2004. E l’ora in cui scatta l’allarme per la scomparsa di Denise Pipitone. Inizia l’incubo. A chiamare il centralino delle forze dell’ordine è Agostino Galici, marito di Fiorella Marino, figlia della sorella di Piera Maggio, Giacoma.

L’allarme

Carabinieri e poliziotti si precipitano in via Domenico La Bruna. Galici informa gli operatori del canale televisivo Televallo che al telegiornale delle 14 mostrano una fotografia della bambina. Si spera che qualcuno l’abbia vista e contatti la redazione. Non accadrà.

Le telefonate

Giacoma Maggio apprende la notizia della scomparsa della nipote mentre si trova con il compagno Giuseppe Pace. La donna contatta subito Pietro Pulizzi. Sa evidentemente della relazione con Piera Maggio e gli chiede di avvisarla. In effetti ci sono due telefonate alle 12:29 alle 12:30. Alle 12:31 Piero Pulizzi contatta Piera Maggio e poi ancora Giacoma Maggio.

La corsa di mamma Piera

La mamma di Denise riceve la notizia che sconvolgerà per sempre la sua vita mentre sta seguendo un corso di informatica. Lascia tutto in asso, corre verso casa. Così come rientra subito anche Pietro Pulizzi che ha da poco accompagnato alcuni clienti all’aeroporto Falcone-Borsellino per conto della società di trasporto per cui lavora.

I primi controlli

Controllare da cima a fondo la sua abitazione in via Valdemone. Ha sospetti sulla figlia Jessica. Così racconta: “…. dentro gli armadi, sotto il letto, ho guardato pure il pozzo perché mi sembra che non c’era il catenaccio per vedere cioè mi sono venute mille idee in quel momento mancando la bambina, voglio dire uno ha tutti i sospetti di questo mondo”.

L’incubo diventa realtà

Insieme al compagno di Giacoma Maggio comincia a perlustrare la zona. Nel frattempo contatta al telefono le figlie Jessica ed Alice. Quindi si reca nell’hotel Ruggero dove lavora l’ex moglie, Anna Corona. Mette la mano sul cofano della macchina, il motore è freddo. Dunque Anna Corona non l’ha usata. In compagnia di un amico di nazionalità slava batte per più di un’ora le strade di Mazara del Vallo. Ad attenderlo a casa, al suo rientro, ci sono gli agenti del commissariato. Cercano di nuovo tracce del passaggio di Denise. Niente. L’incubo è ormai realtà.
(CONTINUA)

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