"Mia figlia che non usciva di casa e il suo assassino libero"

“Mia figlia che non usciva di casa e il suo assassino libero”

Il drammatico racconto del papà della ragazza vittima di femminicidio. La paura di Vanessa.
FEMMINICIDIO
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Il signor Carmelo Zappalà, il papà di Vanessa, vittima di femminicidio ad Aci Trezza, con Antonietta, la madre della ragazza, non possono, ovviamente, darsi pace. In una intervista al ‘Corriere della Sera’ il papà racconta che Antonino Sciuto, l’assassino che poi si è impiccato, era ossessionato da sua figlia. E che c’erano stati diversi presagi della tragedia compiuta da un uomo violento e incontrollabile.

“Si appostava sotto la finestra

Quando dopo botte e parolacce mia figlia l’ha mollato, quando io gli ho tolto le chiavi di casa, ha cominciato ad appostarsi per ore sotto le finestre o davanti al panificio dove Vanessa lavorava – dice il signor Carmelo a Felice Cavallaro del ‘Corriere’ -. Dopo la frattura di dicembre, dopo un inverno passato da Vanessa prigioniera in casa per paura di incontrarlo, dopo mille minacce, abbiamo dovuto mettere nero su bianco. Perché abbiamo scoperto che con un duplicato delle chiavi la sera si intrufolava nel sottotetto di casa mia, una sorta di ripostiglio, e dalla canna del camino ascoltava le nostre chiacchiere”. Reazioni, un confronto e l’assassino che continuava a controllare tutto, ossessivamente. “Con una diavoleria elettronica. Con dei Gps, delle scatolette nere piazzate sotto la macchina di Vanessa e sotto la mia. Come hanno scoperto i carabinieri quando finalmente, chiamati da mia figlia, lo hanno arrestato”.

“La disattenzione finale”

“Prontissimi sempre tutti i carabinieri, ma forse dovevamo fare noi tutti di più, anche protestando per le leggi balorde di questo Paese, per la disattenzione finale – dice il signor Carmelo -. Dopo una notte in caserma, il 7 giugno, un martedì, e una di interrogatorio, arriva il giudice e lo manda a casa con gli ‘arresti domiciliari’. Inutili. Perché tre giorni dopo, il sabato, era il 13 giugno, ce lo ritroviamo tra i piedi, ma con un provvedimento altrettanto inutile: l’obbligo di non avvicinarsi a mia figlia per 200 metri. È questa l’Italia che vogliamo?”.

Dodici ore di orrore

Sono state lunghe ore di orrore, come abbiamo raccontato in un altro articolo, firmato dalla nostra Laura Distefano. L’omicidio e poi il suicidio (foto): ‘Ha inciso, con la punta di una pietra, i nomi di sua madre e suo padre e dei suoi figli chiedendo perdono. Questo è stato l’ultimo gesto di Tony Sciuto prima di impiccarsi con un cavo metallico in un casolare tra gli uliveti delle campagne etnee. Ha abbandonato la Fiat 500 vicino alla cisterna d’acqua utilizzata per irrigare i campi e poi ha deciso di togliersi la vita. In quelle scritte nessun riferimento a Vanessa Zappala, l’ex fidanzata che ha ammazzato con diversi colpi di pistola la notte tra domenica e lunedì a pochi passi dal porticciolo di Acitrezza. Erano le 3 di notte quando è arrivato alla frazione marinara a bordo dell’auto presa a noleggio la sera prima. L’ha afferrata per i capelli e le ha sparato in testa’.


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