Parla il padre di Vanessa: "Il suicidio di Sciuto? Si è tolto dai piedi"

Parla il padre di Vanessa: “Il suicidio di Sciuto? Si è tolto dai piedi”

"Non può fare più danni"
IL FEMMINICIDIO
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TRECASTAGNI (CATANIA) – Carmelo Zappalà, padre di Vanessa, la 26enne uccisa dall’ex fidanzato nel Catanese, torna sulla tragedia che ha colpito la sua famiglia e le sue parole nei confronti di Antonino Sciuto, il 38enne che ha ucciso la ragazza e poi si è suicidato, sono forti: “Il suo suicidio? Si è tolto dai piedi e non può fare più danni – dice -. Anche se stanno per anni in carcere, se non li recuperi poi fanno quello che devono fare lo stesso. Ha tolto la vita una ragazza di 26 anni, era una persona che non stava bene. E’ successo e purtroppo succederà sempre…”.

“Li curino o li tolgano dal giro”

Zappalà torna anche sui precedenti di Sciuto: “Con le leggi giuste l’omicidio si sarebbe potuto evitare l’omicidio di mia figlia, ma quelli che si sono stati e quelli che verranno dopo, perché ancora ce ne saranno”. Secondo il padre di Vanessa “per queste persone ci deve essere una struttura dove chiuderli per curarli. Li devono recuperare perché hanno dei problemi. E se non ci riescono a curarli li tolgano dal giro, perché fanno solo danno”.

“Non mi piaceva…”

“La legge aveva già fatto il suo corso – ha osservato il padre di Vanessa – ma forse non hanno capito le cose come stavano. Dopo il suo arresto non l’abbiamo visto e pensavamo fosse finito. Evidentemente nei due mesi successivi ha maturato la decisione di uccidere mia figlia e di uccidersi. Non mi piaceva tanto, ma all’inizio andava d’accordo con lei. Hanno convissuto per circa 8 mesi a casa mia e qualche problema c’è stato. Poi è finita ed è andato via dall’abitazione. Tornava e piangeva – ha ricordato Carmelo Zappalà – perché voleva tornare con lei: ma era un attore. Le cose sono progressivamente peggiorando. Stava sempre davanti casa nostra, mia figlia era ‘prigioniera’. La seguiva anche al panificio dove lei lavorava. Siamo andati anche a casa dei suoi genitori per chiarire delle cose, e suo padre è una persona squisita che gli diceva che se la storia era finita doveva smetterla. Lui aveva le chiavi di casa – ha ricostruito ancora – e se ne era fatto una copia. Saliva nel sottotetto e ascoltava tutto quello che ci dicevamo e quello che diceva mia figlia. Una volta lo abbiamo scoperto là dentro assieme a un vicino di casa. E lui mi ha accusato di ‘coprire’ mia figlia. Adesso devo solo rassegnarmi alla perdita di Vanessa…”.

Lutto cittadino a Trecastagni

A Trecastagni, intanto, è lutto cittadino e il Comune ha sospeso tutte le manifestazioni estive per rispettare il lutto della famiglia Zappalà. Per la giovane ci sarà anche una fiaccolata, mentre le indagini su quanto accaduto nella notte tra domenica e lunedì sul lungomare di Acitrezza proseguono. Nelle ultime ore i carabinieri si sono concentrati soprattutto sull’arma del delitto, non ancora ritrovata, e sulle modalità con cui Sciuto venisse a sapere degli spostamenti della sua vittima. L’uomo, prima di togliersi la vita, ha inciso, con la punta di una pietra, i nomi di sua madre e suo padre e dei suoi figli chiedendo perdono. Questo è stato l’ultimo gesto di Tony Sciuto prima di impiccarsi con un cavo metallico in un casolare tra gli uliveti delle campagne etnee

Quei post inquietanti su Facebook

E dal profilo Facebook di Sciuto emergono post inquietanti, con armi e riferimenti alla violenza che fino alla sera di domenica erano rimasti confinati sul web ma che poi si sono trasformati tragicamente in realtà. In un vecchio post di cinque anni fa spunta l’Al Pacino di ‘Scarface’, film culto a cui la stessa vittima Vanessa Zappalà aveva fatto omaggio nel suo profilo. Sciuto, però, aveva scelto di postare un’immagine con parole pesantissime: “Non dimentico nulla, aspetto solo il momento giusto”.
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