"Covid, Sicilia sull'orlo del precipizio: sì all'obbligo vaccinale"

“Sicilia sull’orlo del precipizio: sì all’obbligo vaccinale”

Intervista al dottore Massimo Geraci, il primo siciliano vaccinato. "Autunno difficile".

Dottore, Massimo Geraci, primario del pronto soccorso dell’ospedale Civico di Palermo, lei è stato il primo siciliano vaccinato. Si aspettava, molto mesi dopo, di essere ancora nella guerra del Covid?
“Speravamo, in verità, di raggiungere dei tassi di vaccinazione più vicini ai numeri nazionali, che ci avrebbero fatto comodo. Abbiamo quasi tutti i ricoverati non vaccinati. Dati migliori ci avrebbero consentito di non stare, come Sicilia, sull’orlo del precipizio”. LEGGI ANCHE: ALLARME PER I GIOVANI GRAVI E NON VACCINATI

La Sicilia potrebbe, appunto, diventare gialla.
“Non credo che farà molta differenza. L’efficacia delle restrizioni sarebbe quella di trarne vantaggio dal rispetto delle regole per una minore circolazione del virus”.

Invece?
“Chi ha rispettato le regole continuerà a farlo, chi non le rispetta, non le rispetterà. Aggiungo: purtroppo. L’unica soluzione, a questo punto, è l’obbligo vaccinale”.

Molti suoi colleghi la pensano alla stessa maniera.
“Io sono un medico, non sono né un politico, né un giurista. E non vedo altre strade. Casomai, si può tentare con la vaccinazione quasi porta a porta, per raggiungere la percentuale di non vaccinati”.

Perché c’è una simile diffidenza contro il vaccino?
“Il vaccino è un prodotto sicuro. C’è uno zoccolo duro di faziosi no vax, ma sono pochi. Gli altri hanno paura e sono confusi”.

Come mai?
“Per i social, per certe percezioni distorte e perché il mondo scientifico ha usato, in qualche caso, una comunicazione contraddittoria. Poi ci sono i cultori del politicamente corretto…”.

Chi sono?
“Quelli che un po’ infastidiscono chi lavora in prima linea come me. Quelli che osservano da lontano, che sono abbarbicati sulla trincea della libera scelta. Ripeto: il vaccino è sicuro. L’evidenza scientifica è schiacciante. E la scienza non è democratica. Lo Stato ha il dovere di essere superiore e di imporre una direzione per il bene di tutti”.

In Sicilia come stiamo andando?
“Penso che stiamo facendo il massimo e che siamo stati bravi e fortunati nella prima fase della pandemia, grazie anche al Comitato tecnico scientifico di cui faccio parte. Siamo stati colti di sorpresa dal ‘liberi tutti’ nazionale la scorsa estate. Abbiamo puntato sul raggiungimento dell’immunità di gregge, ma su questo hanno inciso i fattori negativi che sappiamo”.

Nessuna pecca?
“Si potrebbe dire: se avessimo istituito molti posti letti Covid in più, magari le cose sarebbero andate meglio. Ma non abbiamo i medici per farlo”.

Che autunno sarà?
“Difficile, temo, con una pandemia che impatterà fortemente sull’assistenza sanitaria, con una verosimile riduzione dell’accesso alle cure. Speriamo che la campagna vaccinale riprenda massicciamente per avere un inverno più sgravato”.

Teme nuove varianti che potrebbero rendere inefficace il vaccino?
“E’ un’ipotesi possibile, specialmente se il virus continuerà a circolare, soprattutto tra i non vaccinati”.

Come va in ospedale?
“Abbiamo i nostri problemi. Adesso andranno via gli specializzandi che ci hanno dato una grossa mano, per concludere legittimamente il loro percorso di formazione. Sarà una bella botta, il personale è stanchissimo”.

Però si va avanti.
“Come quando batti continuamente un martello su qualcosa e sai che non puoi smettere, anche se non ce la fai più”.


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