La scomparsa di Denise Pipitone: il giallo della firma in hotel

La scomparsa di Denise Pipitone: il giallo della firma in hotel

Ci sono dei passaggi che sembravano chiariti e archiviati per sempre. Ora, però, nascono dubbi

Madre e figlia. Anna Corona e Jessica Pulizzi. Ci sono dei passaggi, la mattina del 1° settembre 2004 in cui scomparve Denise Pipitone, che sembravano chiariti e archiviati per sempre. Ora, però, nascono dubbi. Il tempo passa e i ricordi si fanno labili, ma ci sono dei punti che necessitano di nuovi approfondimenti.

Jessica fu sentita a sommarie informazioni il 2, 3 e 22 settembre 2004. Non disse subito la verità. All’inizio spiegò di essere stata quasi tutta la mattina in casa. Alla terza convocazione scese nei particolari della sua giornata e poi li confermò in dibattimento.

Alle 8:30 del mattino di quella terribile giornata disse di andata per il tagliando dello scooter in una officina meccanica. Uno dei titolari non ricordò il volto di Jessica Pulizzi che gli venne mostrato in foto. Diverso il racconto del secondo titolare che, pur confermando l’episodio del tagliando, escluse che potesse essere stato fatto il primo settembre. Sul punto entrambe le posizioni non hanno trovato riscontro.

Nitidi, invece, erano i ricordi della dottoressa che fece un prelievo di sangue a Jessica Pulizzi anche perché c’era un registro cartaceo nel quale nel laboratorio di analisi si annotava la tipologia di prestazioni effettuate. Il prelievo fu collocato tra le 10 e le 11. Il fatto che non ci fosse traccia nel rendiconto ufficiale fu giustificato dalla dottoressa dal fatto che capitava di erogare le prestazioni ai clienti dietro l’impegno di consegnare in un secondo momento la ricetta del medico. Ricetta che, però, in questo non fu consegnata. Secondo i giudici, però, non si poteva certo ipotizzare che la dottoressa si fosse messa d’accordo con la mamma di Jessica, Anna Corona, che conosceva, alla luce dei tanti riscontri trovati al suo racconto.

La mattinata di Jessica proseguì con l’acquisto di due giacche di colore nero e turchese nel negozio Stand Point in via Vittorio Veneto, a Mazara del Vallo. Tutto confermato dall’analisi del registratore di cassa. Altro passaggio riferito dalla ragazza fu alla scuola Ferrara, sempre a Mazara del Vallo, in via padre Pio da Pietrelcina per integrare la domanda di iscrizione. La preside ricordò quell’episodio, ma non l’orario esatto. In effetti l’integrazione alla domanda risultava presentata.

La ricostruzione proseguiva con l’acquisto di due panini nel punto di ristoro “Il golosone” all’interno del mercatino rionale di piazza Macello. L’unica conferma arrivò dal tracciamento dei tabulati telefonici che piazzava Jessica Pulizzi tra 10:21 le 11:13 nella zona del mercatino.

Mangiati i panini e comprate le giacche andarono in scooter all’Hotel Ruggero II per incontrare la madre. Anna Corona ha sempre detto che la mattina del sequestro si trovava sul posto di lavoro, la lavanderia dell’albergo. Un consulente incaricato dalla parte civile durante il processo disse che le firme erano state apposte a lei, sia in entrata che in uscita. Così come era stata la donna a segnare l’orario di arrivo. L’orario di uscita – le 15:30 – fu scritto, invece, dalla collega Francesca Adamo che lo confermò in aula, nel 2012.

C’è una novità, però, Adamo, intervistata di recente in una trasmissione Rai, ha detto: “Dobbiamo capire se io ho messo la firma o l’orario. Per quanto mi riguarda io ho messo la firma, me lo ha chiesto Anna. Quando, però, non me lo ricordo di preciso. Anna non mi ha detto perché quel giorno avrei dovuto mettere la sua firma. Io ho fatto solo una cortesia a una collega, non ho mentito, non sono una complice di Anna Corona“.

È la prima volta che Adamo riferisce di avere firmato al posto di Corona. Da qui la decisione dell’avvocato Giacomo Frazzitta, da sempre al fianco di Piera Maggio, di fare eseguire una nuova perizia. Servirà uno studio approfondito, ma ad una primo esame della grafologa Sara Cordella di Venezia sembrerebbe che la firma sull’orario di uscita non sia di Anna Corona a differenza di quanto emerse nel corso del processo. È stata davvero la collega Adamo a firmare al posto suo? I primi segnali farebbero pensare di sì.

Quando fu sentita nel 2012 Adamo disse di non ricordare se la collega si fosse allontanata dal posto di lavoro: “… magari se ne sarà andata un quarto d’ora prima… mi avrà chiamato e mi avrà detto… mettimi l’orario di uscita quello tuo… è capitato pure qualche volta che eravamo insieme ci fumavamo la sigaretta dietro la reception e poi magari dice metti l’orario uguale a quello tuo… altre volte non lo so poteva essere un’ora… poteva essere mezz’ora poteva essere una e mezza non glielo so dire… “.

Adamo era stata sentita il 10 e il 13 settembre 2004, dunque nei giorni successivi alla scomparsa di Denise, ma solo alla terza convocazione del 14 settembre riferì di avere visto le figlie di Anna Corona in lavanderia. Si giustificò dicendo di non avere dato importanza alla circostanza poiché era una normale visita di due adolescenti alla madre.
Sempre il 14 settembre aggiunse che “per quanto sono a conoscenza la corona Anna non è uscita all’albergo nell’arco della mattinata del primo settembre in quanto se si esce all’albergo si firma un registro, non mi risulta che lei l’abbia firmato per uscita intermedia”.

Capitolo chiuso? No, perché nel luglio 2010 gli investigatori tornarono a chiederle uno sforzo di memoria e la donna spiegò di “non poter dire con certezza che quel primo settembre Corona era uscita insieme a lei alle ore 15:30“. E adesso c’è anche il giallo della firma.

Sono tutti passaggi affrontati nella sentenza del processo in cui Jessica Pulizzi è stata assolta. I giudici dissero che pur “costellate di non ricordo” le dichiarazioni di Adamo “non appaiono connotate da indubbia falsità”. E neppure credettero che il tutto fosse servito per creare un falso alibi a Jessica Pulizzi. Se fosse stato un piano tutti avrebbero concordato uno stesso orario ed invece Jessica collocò il suo arrivo in albergo alle 13, la sorella e la collega dissero di non ricordare, e infine Anna Corona parlò delle 11:30.

Il racconto di Jessica Pulizzi proseguiva con la telefonata, riscontrata, ricevuta dal padre Pietro Pulizzi alle 13. Jessica lo informò di ad essere appena uscita dall’hotel e gli spiegò che il telefonino all’interno dell’albergo non era raggiungibile. Infine Jessica e la sorella minore tornarono a casa. (CONTINUA)


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