La mafia delle nuove leve, ma le scarcerazioni riaprono gli assetti - Live Sicilia

La mafia delle nuove leve, ma le scarcerazioni riaprono gli assetti

Lo scacchiere di Cosa nostra catanese.

CATANIA – Ci si muove da cani sciolti, armandosi e premendo il grilletto. Questa la nuova faccia della mafia militare catanese. Baby criminali, che con i padri e i fratelli in carcere, hanno assunto ruoli di comando all’interno dei clan. Non si parla di reggenti nè di capi. Ma di gestione di piazze di spaccio, di traffico di cocaina, di forniture di droga con albanesi, calabresi e campani. Ma c’è anche chi avrebbe avuto il potere di commissionare un omicidio. Nelle nuove ordinanze c’è una sfilza di junior.

Nelle file di Cosa nostra, si parte dal rampollo Andrea Nizza, catturato da latitante nel 2017, fino a suo nipote Natalino (figlio di Giovanni ‘banana’), arrestato a giugno per omicidio. Il gruppo di San Cocimo – storica roccaforte del boss di Cosa nostra Maurizio Zuccaro – sarebbe nelle mani di un’altro baby boss: Tony Trentuno, genero di Lorenzo Saitta (Salvuccio ‘u scheletro), latitante da qualche settimana. Per il clan Cappello, c’è Salvuccio Lombardo jr – figlio di Salvatore, cugino di Turi Cappello – che è stato accusato di aver partecipato allo scontro armato con i Cursoti Milanesi dell’8 agosto 2020. Una guerra di mafia che ha lasciato sul selciato due morti e diversi feriti. Una sparatoria a cui hanno partecipato i giovanissimi fratelli Michael e Martino Sanfilippo, ex soldati del boss Carmelo “pasta ‘ca sassa” Di Stefano. Tutti e due, insieme al fratello Ninni, hanno confessato di aver ucciso.

Nuove leve – la Dia qualche anno fa li ha definiti i figli d’arte della mafia – che stanno riempiendo i vuoti di potere lasciati dai vecchi mafiosi che sono detenuti. Molti rinchiusi al 41 bis.

Ma negli ultimi mesi sono tornati in libertà personaggi di peso. Scarcerazioni che hanno fatto alzare le antenne agli investigatori. Ha finito di scontare la pena Giovanni Comis: è uno dei boss storici di Picanello, regno incontrastato di ‘Carletto’ Campanella. Quando è stato arrestato nel blitz Orfeo alcuni anni fa (e poi condannato) i carabinieri avevano documentato il suo ritorno al comando del gruppo criminale dei Santapaola appena messo il piede fuori dalla cella. E restando a Picanello, c’è in libertà anche Saro Tripoto, un componente storico della squadra del rione a ridosso di Ognina. Per comprendere il suo livello criminale (almeno passato) è bene ricordare che è stato catturato nel famoso blitz Summit del 2009, quando i militari bloccarono in una villetta di Belpasso il vertice della cupola di Cosa nostra catanese. Al tavolo del gotha dei Santapaola era presente anche lui. Ed è tornato a piede libero anche ‘Dino’ Cammarata, uomo del gruppo di Enzo Aiello, arrestato nel blitz della Dda Caronte. Il suo nome è finito in alcuni verbali scottanti di Carmelo Aldo Navarria, ex malpassotu e reggente del gruppo di Belpasso, che lo inserisce tra i papabili al ruolo di reggente nel caso di arresto di “Francesco ‘colluccio’ Santapaola” (fermato nel 2016 nel blitz Kronos). Il collaboratore cita diversi boss, tra questi anche ‘Ciccio’ Napoli, il nipote di Giuseppe Ferrera ‘Cavadduzzu’. L’ex capo di Cosa nostra Santo La Causa lo ha definito come un uomo d’onore riservato.

Le scarcerazioni potrebbero cambiare gli equilibri nello scacchiere mafioso. E riempire i vuoti di potere. Mai abbassare la guardia.


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