Palermo, "commando di morte alle Zen": tutti sotto processo

Palermo, “commando di morte allo Zen”: tutti sotto processo

"Le prove sono evidenti": giudizio immediato per cinque imputati
TENTATO OMICIDIO
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PALERMO – Giudizio immediato. Il giudice per le indagini preliminari accoglie la richiesta della Procura di Palermo, secondo cui le prove sono evidenti. Sotto processo finiscono i cinque presunti componenti del commando che tentò di uccidere lo scorso marzo Giuseppe, Antonino e Fabrizio Colombo, padre e figli, per le strade dello Zen.

Si tratta di Letterio, Pietro e Vincenzo Maranzano, Nicolò e Giovanni Cefali.

“La finisci di insultarlo, quando dici tu la finisci”, iniziò con queste parole la folle giornata dello Zen ricostruita dai pubblici ministeri Giovanni Antoci ed Eugenio Faletra. A riferirle era stata una testimone chiave, una donna che decise di aiutare i poliziotti della squadra mobile. Non correva buon sangue fra le famiglie Maranzano e Colombo, specie da quando i Maranzano erano venuti a conoscenza che i Colombo speravano che andassero via dal quartiere per i loro metodi violenti.

Sono le 10 del mattino. Giuseppe, Antonio e Fabrizio Colombo hanno appena finito di fare colazione al bar. All’uscita incontrano i fratelli Letterio e Pietro Maranzano. Davanti all’ingresso c’è anche Giovanni Cefali. Antonino Colombo gli dà una piccola spallata. Pietro Maranzano inizierebbe ad offenderlo: “… testa di m… la finisci di insultarlo, quando dici tu la finisci”. Fabrizio Colombo replica: “Ma perché ti stai immischiando se loro hanno sempre scherzato”.

Giuseppe Colombo sale in macchina e si accorge che un’Audi Q3 ha bloccato la macchina di Fabrizio. Fa inversione di marcia. Cefali colpisce con una testata Fabrizio Colombo. Iniziano a darsele di santa ragione. Giuseppe Colombo interviene e li divide. I Maranzano si radunano insieme ad altre persone nel negozio di frutta e verdura del padre: “Questa sera o con le buone o con le cattive i Colombo se ne devono andare dallo Zen altrimenti ci spariamo”.

Quindi sul telefono di Antonino Colombo giunge una chiamata. Qualcuno gli dà un appuntamento. “Vediamo se ce ne fanno andare”, aggiunge Colombo. Ad attendere i Colombo in via Filippo Patti c’è Giovanni Cefali. Quindi arrivano i Maranzano e altre persone a bordo di cinque macchine e diversi scooter. Letterio Maranzano colpisce con una testata Giuseppe sulla fronte. I figli lo soccorrono. Poi i Maranzano iniziano a sparare. Giuseppe Colombo viene colpito agli arti inferiori e superiori, Antonio al gluteo. Sull’asfalto restano bossoli e ogive di tre pistole calibro 9×21, 7.65 e calibro 40. I Colombo sono vivi per miracolo. Secondo i pm si tratta di una “faida per il controllo del territorio”.

Adesso sono finiti tutti sotto processo per tentato omicidio con l’aggravante del metodo mafioso.


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