Elezioni, 4 sindaci eletti: Caltagirone fortino giallorosso - Live Sicilia

Elezioni, 4 sindaci eletti: Caltagirone fortino giallorosso

Giarre va al centrodestra. Grammichele torna agli autonomisti. Ballottaggio tra moderati ad Adrano.

CATANIA – “Caltagirone è l’avviso di sfratto al Governo Musumeci perché dimostra che la coalizione del M5s-Pd e forze di sinistra battono il centrodestra anche se unito”. Giancarlo Cancelleri canta vittoria e guarda alle Regionali con uno spirito rinnovato. Con il vento in poppa, cioè. E forse qualcosa in più. Si sapeva che nella patria di don Luigi Sturzo si giocasse una partita importante, anzi decisiva. Forse epocale. Non soltanto perché qui si confrontavano le due coalizioni (giallorossi e centrodestra) al completo. Ma soprattutto perché questa è la città di Gino Ioppolo. 

Non un musumeciano qualsiasi, ma il musumeciano per eccellenza. Braccio destro storico del presidente della Regione e padre nobile di Diventerà Bellissima. Cinque anni fa, fu la vittoria di Gino Ioppolo a inaugurare (moralmente) la strada di Nello Musumeci verso Palazzo d’Orleans. Uno snodo da onorare, infatti. Tant’è che, venerdì scorso, il governatore ha voluto lui stesso chiudere la campagna elettorale calatina.

Che succede, dunque? Anthony Barbagallo, segretario regionale dem, sottolinea: “È un esito che conferma i risultati conseguiti anche nelle elezioni amministrative del 3 e 4 ottobre nel resto d’Italia”. Lo dice guardando a Roma, ma pensando a Palermo.

Insomma, in una piazza storicamente affine alla sinistra del centrosinistra, Fabio Roccuzzo (54%) dà il colpo di reni e conquista voti anche oltre il suo bacino tradizionale. Una vittoria che sul locale pesa doppio, appunto perché Sergio Gruttadauaria (il contendente) supera comunque il 40%, dando prova che il centrodestra non è collassato, ma se l’è giocata tutta. La sconfitta è però netta e le recriminazioni per un’unità raggiunta soltanto in estremo ritardo si fanno e faranno sentire. Oltre a questo risultato, probabilmente, non c’era però dove andare. Non fosse altro che la forbice tra i due contendenti è davvero inscalabile.  

Restando nel Calatino, il centrodestra si consola con la vittoria a Grammichele. Nel fortino autonomista e patria di Raffaele Lombardo, Pippo Greco mette fine all’esperienza giallorossa ante litteram di Giuseppe Purpura e ristabilisce le gerarchie. Nella vicina Ramacca, l’ex deputato regionale del Pdl Pippo Limoli, dopo la sfiducia in consiglio comunale, deve cedere dinnanzi al sindacalista Nunzio Vitale. 

Giarre. Il civico Leo Cantarella va oltre il 50% e supera di gran lunga la soglia dello sbarramento in una piazza fin troppo affollata. Sostenuto dal Quadrifoglio di Luca Sammartino, dagli autonomisti e dai meloniani di Conservatori e Riformisti, Cantarella stacca nettamente Leo Patané, che godeva invece del supporto di Forza Italia e Democrazia Cristiana (quella di Totò Cuffaro). Qui il vero sconfitto è il sindaco uscente: il civico Angelo D’Anna, che si ferma poco sotto al 9%. 

Nella popolosa Adrano è tutto rinviato al ballottaggio, dove andrà in scena una sfida tutta interna all’area moderata. Per una manciata di voti, Carmelo Pellegriti (Udc) non riesce a chiuderla al primo turno. Ora toccherà vedersela con Fabio Mancuso, sostenuto dall’area autonomista. L’ago della bilancia sarà Agatino Perni, che ha raccolto il 18% e piace a una parte di Forza Italia. L’esperimento giallorosso capitanato da Vincenzo Calambrogio si ferma, invece, all’11,2%: una storia totalmente diversa rispetto a quella di Caltagirone. 


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