Cimici al Comune di Palermo, le intercettazioni dell'imbroglio

Cimici al Comune di Palermo, “le intercettazioni dell’imbroglio”

Sindaco, assessori e dirigenti. Centinaia e centinaia di pagine di conversazioni trascritte

PALERMO – Un mare magnum di intercettazioni. Centinaia e centinaia di pagine di conversazioni trascritte. Sono finiti tutti sotto intercettazione nell’inchiesta della Procura di Palermo sui falsi nei bilanci del Comune. Nel corposo fascicolo non c’è solo la segnalazione della sezione di controllo della Corte dei Conti, ma anche le voci del sindaco Leoluca Orlando e degli assessori della giunta comunale. Sia quelli iscritti nel registro degli indagati, e a cui è stato notificato di recente l’avviso conclusione indagini, sia coloro mai finiti nell’inchiesta che coinvolge Orlando e altre 23 persone, tra politici e dirigenti.

Faccenda complicata quella su cui indagano il procuratore aggiunto Sergio Demontis e i sostituti Andrea Fusco e Giulia Beux. Emergono da una prima lettura passaggi che confermerebbero l’ipotesi dei pm, secondo cui in molti sapevano dell’equilibrio contabile reso possibile gonfiando le previsioni di entrata e sovrastimando le uscite. Un modo per mettere a posto i conti ed evitare il dissesto finanziario.

Tra i più preoccupati, così emerge dalle intercettazioni dei finanzieri del Nucleo di polizia economico-finanziaria, c’è il ragioniere generale Bohuslav Basile che il 28 gennaio 2019 confida ad un altro burocrate, Ignazio Tabone, che lavora a Villabate: “… ti posso dire che sono stato quattro ore con la guardia di finanza c’è un indagine colossale. Io non ti posso dire altro ti posso solo dire che sono venuti in sei. Mi sono determinato Ignazio la dobbiamo smettere… cioè se ci sono i presupposti anche velati al di… ho scritto la nota al sindaco per la prima volta gli ho scritto la situazione è grave”.

“Mi mancano un sacco di soldi — aggiunge Bohuslav Basile — entrate gonfiate dei tributi, minchia mi viene da piangere“. Qualche mese dopo rincara la dose: “Ignazio, siamo falliti, siamo falliti non voglio rimanere schiacciato, io non lo so gestire il dissesto”. Quindi Basile telefona a Sergio Pollicita, il capo di gabinetto del primo cittadino, pure lui indagato: “Ho finalmente ottenuto l’incontro col sindaco. Ho fatto un memorandum riservato di quattro pagine all’assessore e al direttore generale, gli ho scritto quali sono i motivi per cui il bilancio prossimo e gli altri che seguiranno non si possono fare tecnicamente, cioè mancano una decina di milioni”.

Preoccupato è anche Sergio Pollicita, che chiama Basile. Discutono della ricapitalizzazione della Rap. In particolare Basile lo informa delle “pressioni” dell’ex assessore al bilancio Roberto D’Agostino: “… vogliono essere ricapitalizzati… mi chiama D’Agostino… la devi fare tu la ricapitalizzazione… tu puoi morire gli ho detto, puoi scoppiare”. Quindi Pollicita riferisce di una conversazione avuta con D’Agostino al quale ha detto: “Lo sai se la società sono in perdita e quindi è divieto di ricapitalizzazione mi dici a quanto è arrivato questo capitale…”. E Basile riferisce di una direttiva emanata dal sindaco: “… ma il sindaco ha adottato una direttiva Sergio sulla ricapitalizzazione, ma ora te la giro ha stabilito tutto…”.

Maria Mandala, che a partire da luglio 2019 ha preso il posto di dirigente del settore tributi, dunque responsabile anche della Tari, la tassa sui rifiuti, spiega a Basile senza troppi giri di parole: “… sì oggi me lo sono fatto quantificare più di diecimila pratiche non assegnate… sono comunque cose gravi… sono pratiche non lavorate, non assegnate cioè anche la Rimedio tutto questo ha fatto… voglio vedere appena gli scriviamo che le previsioni sono tutte gonfiate che le pratiche non sono lavorate”.

L’assessore Roberto D’Agostino, invece, ammette in una conversazione con il collega Giuseppe Mattina, che ha la delega ai servizi sociali: “… tu lo sai che cosa mi ha lasciato Brucato per cui stiamo fisicamente subendo un procedimento disciplinare pesante. Abbiamo delle situazioni fasulle per quanto riguarda le entrateabbiamo dichiarazioni false per quanto riguarda gli accertamenti“.

Sempre a proposito della Tari in un’altra telefonata Basile cerca di tranquillizzare Daniela Rimedio, già dirigente del settore tributi del Comune di Palermo: “… non ti devi preoccupare sulla Tari perché abbiamo fatto diverse riunioni… i numeri ci sono… ci sono problemi invece sulla Tosap e sono molto sono gravi perché mi hanno fatto scrivere 30 milioni che non stanno né in cielo né in terra… i tuoi numeri invece li realizzeremo comunque mi segui… i suoi no però i suoi sono un problema enorme per me…”.

Sempre sulla tassa per lo smaltimento dei rifiuti Mandalà spiega “che tutte queste cose sono state fatte nel periodo che l’assessore al Bilancio era “Luciano Abbonato… ne hanno fatto di porcherie per via di Abbonato te lo sei scordato”.

C’è un capitolo da cui, secondo i finanzieri, emergerebbe “l’azione pressante che il sindaco di Palermo Leoluca Orlando e il vicesindaco Fabio Giambrone svolgono nei confronti di Giuseppe Norata, rappresentante legale della Rap per indurlo ad assumere del dipendente di un’altra partecipata la Reset spa. Norata, “seppure manifesti la volontà di allinearsi alla strategia politica imposta all’amministrazione evidenza delle perplessità sull’operazione non avendo sufficienti coperture finanziarie rischiando così di portare al fallimento Rap”. Ma questo è un altro capitolo, uno dei tanti ricostruiti in migliaia di pagine.


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