La variante Omicron del Covid cresce a Palermo. Ed è normale che sia così. La nuova mutazione si diffonde ovunque e si sa che i virus non rispettano le frontiere. Dopo i casi che vi abbiamo raccontato ce ne sono altri sette sequenziati ieri dal CRQ (Centro Regionale di Qualità) coordinato dalla professoressa Francesca Di Gaudio e cinque Delta Plus. Che cosa significa? Vediamo.
Le cattive notizie
La cattiva notizia è appunto inevitabile. Omicron aumenta il suo volume: è un evento atteso, ma, certo, non fa piacere, soprattutto per le incognite che possono apparire minacciose. Sappiamo che, verosimilmente, siamo meno protetti con i vaccini, anche se sempre in maniera significativa da ricoveri e malattia grave. Sappiamo che i contagi salgono e che questo dato, nel tempo, potrebbe comunque mettere in crisi le strutture ospedaliere, già sotto pressione, a prescindere. “Non è ancora un allarme, perché riusciamo a gestire – ha detto a LiveSicilia.it il dottore Baldo Renda, primario della terapia intensiva Covid dell’ospedale ‘Cervello’ -. Ma i numeri cominciano a preoccuparci, soprattutto guardando alla attesa diffusione della variante Omicron, che ancora da noi è presente in pochissimi positivi, al freddo. Temo che a gennaio potrebbe esserci una ondata, speriamo che non metta in crisi le strutture sanitarie”.
Le buone notizie
La buona notizia è questa: se le varianti si trovano vuol dire che abbiamo un sistema che sa cercarle. I medici della struttura commissariale diretta dal dottore Renato Costa riescono a ‘beccare’ la variante Omicron. Siamo preoccupati, ma non restiamo inermi. Casomai, i motivi di allarme arrivano da fuori. “Mi preoccupano porti e aeroporti – ha riferito a LiveSicilia.it il commissario Costa -. Non i nostri che sono controllatissimi, quelli di partenza. Vediamo arrivare persone con evidenti sintomi, con segni chiarissimi. Come sono saliti sull’aereo? Noi i controlli, in Sicilia, li facciamo. Speriamo che ci sia uniformità su questo, perché altrimenti diventa un problema”.