Pnrr: opposizione all'attacco, ma il governo non ci sta - Live Sicilia

Pnrr: opposizione all’attacco, ma il governo non ci sta

Tra richieste di dimissioni e difese accorate: il punto sulle reazioni.
LA POLEMICA
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5 min di lettura

PALERMO – Non si placano le polemiche dopo la sonora bocciatura incassata dagli ormai celebri 31 progetti della Regione da finanziare con i fondi del Pnrr. Sul (metaforico) banco degli imputati c’è l’assessore all’Agricoltura Toni Scilla. E fioccano nuove richieste di dimissioni. 

Opposizioni all’attacco

“Musumeci e Scilla hanno bruciato centinaia di milioni destinati all’agricoltura e adesso giocano a scaricabarile sulla pelle degli agricoltori. Questo governo regionale ormai è un pugile suonato. Prima va a casa meglio è per la Sicilia”, dice a Live Sicilia il capogruppo del Pd, Giuseppe Lupo. Gli fa eco il deputato pentastellato Luigi Sunseri che non solo chiede le immediate dimissioni di Siclla ma annuncia di avere predisposto una richiesta di accesso agli atti e un’interrogazione parlamentare per mettere tutto nero su bianco. “L’Assessore per l’agricoltura Toni Scilla non si presenti più in Regione. Da quello che sta emergendo nelle ultime ore in merito all’esclusione di tutti i progetti, della Regione Siciliana, finanziati dal PNRR per una migliore gestione delle reti idriche, le responsabilità non sono più soltanto politiche e amministrative ma parrebbero assumere profili di illiceità penale”, accusa il deputato. “L’assessore, anziché accusare il Ministro Patuanelli, che non ha alcuna colpa per l’incapacità del Governo regionale, dovrebbe preoccuparsi di avviare immediatamente un’istruttoria interna al fine di verificare le reali responsabilità per la fallimentare gestione di questi progetti”, spiega. Le opposizioni si fanno forti della nota diffusa dal Ministero ieri. Un argomento che stoppa il rimpallo di responsabilità tra giunta regionale e governo centrale. Sul tema era intervenuto ieri il governatore Musumeci che aveva attaccato frontalmente il governo Draghi. 

Armao e Cuffaro danno manforte a Musumeci

A dare manforte al governo regionale è l’assessore all’economia Gaetano Armao. “La vicenda dell’agricoltura è davvero preoccupante perchè il Ministero si è mosso come se avesse da spendere soldi arrivati quasi per donazione. Sono invece Fondi europei che vanno spesi con bandi e procedure che devono passare prima dalla conferenza delle regioni e comunque avrebbero dovuto essere sottoposti alla cabina di regia del Pnrr che deve orientare l’intero utilizzo delle risorse. Si tratta di una accelerazione che il Ministero ha voluto dare all’uso delle risorse del tutto incompatibile con l’assetto del piano”, spiega. Gli fa eco un politico di lungo corso che non ti aspetti: Totò Cuffaro, segretario della Dc ed ex presidente della Regione. “La Sicilia è penalizzata in maniera pesante dai decreti del Mipaaf. I progetti esecutivi e definitivi presentati dai consorzi di bonifica della Sicilia sono stati tutti esclusi, nonostante il Pnrr preveda che buona parte delle risorse finiscano al Sud e che la Sicilia sia la zona più siccitosa di Italia. La valutazione che è stata fatta da criteri che hanno discriminato le regioni del Sud e soprattutto la Sicilia credo debbano essere riviste”, spiega. “Il Presidente della Regione deve con grande forza e con grande tempestività utilizzare le ragioni che ha la Sicilia e farli valere sul piano della politica nazionale. In questa battaglia , il Presidente della Regione deve sapere di poter contare sul contributo della Democrazia Cristiana perché possano essere ristabiliti i criteri e possano essere rifatti i decreti che diano alla Sicilia le risorse che servano per l’adeguamento idrico delle nostre campagne, altrimenti il futuro dell’agricoltura siciliana purtroppo sarà un futuro segnato dalla difficoltà e dalla siccità”, aggiunge.

Angela Foti attacca i deputati siciliani

Sul caso interviene anche la vice presidente dell’Ars. “Il nostro timore più grande si sta materializzando: la speranza riposta nel Pnrr sta già sfumando, peggio che nelle più prevedibili delle ipotesi”, afferma Angela Foti, deputata regionale di Attiva Sicilia. L’inganno della ripartizione di un pacchetto di fondi ottenuta grazie, si fa per dire, all’arretratezza del Sud ed in particolare della Sicilia – afferma Foti – vede, fin dalle prime battute, proprio la Sicilia esclusa dalla possibilità di rimettere in sesto le tanto agognate strutture idriche necessarie per rendere possibile lo sviluppo dell’agricoltura e la protezione della risorsa acqua. Poco ci interessa additare le responsabilità o gli eventuali torti: il vero punto è che i criteri stabiliti (sia che si tratti del Ministero dell’Agricoltura che la Commissione europea) non sono stati raggiunti dal nostro apparato che ha lanciato l’allarme a cose fatte escludendo di fatto la politica. Ancora meno ci interessa il latrato di chi col suo silenzio sulla modifica del secondo pilastro della Pac transitoria ha perso diritto di cittadinanza politica e oggi rivendica, gioendo, l’ulteriore mazzata subita della Sicilia”, dice. E annuncia di avere richiesto alla terza commissione una seduta straordinaria di audizione dei consorzi di bonifica e dell’assessorato all’Agricoltura. Poi rincara la dose. “La debolezza della Sicilia deriva anche e soprattutto dall’atteggiamento passivo della deputazione siciliana che siede a Roma, incapace di comprendere le emergenze dell’isola, di intercettarne le priorità e di trasferirle con adeguata autorevolezza al governo nazionale”. Foti attacca l’ex compagno di Movimento.
“Non è accettabile – prosegue la vicepresidente dell’Ars – che tra i progetti nessuno sia finito tra quelli finanziati. Gli effetti distorti dei criteri scelti parlano da sé: il ministro Patuanelli deve prendere atto del fallimento di questa operazione. Da una prima analisi dei documenti disponibili si evince che i criteri stabiliti a monte non erano assolvibili per la gran parte degli interventi proposti. Alla stessa maniera, alcuni progetti sembrano rispondere ai criteri ma non essere stati comunque inclusi. Prova ne è che le zone del Paese più piovose e ricche di acqua sono maggiormente destinatarie di finanziamenti. La solita abbuffata offerta agli obesi”.


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