(rp) Da bambino snobbavo la Pasqua. I regali del Natale erano molto più sostanziosi. E poi, vuoi mettere l’atmosfera… C’era la dannata sorpresina dell’uovo. Ai maschietti toccava sempre la collana di plastica. Le femminucce trovavano immancabilmente i soldatini. Fu allora che cominciammo ad apprendere la lieve perfidia degli eventi. Fu allora che cominciammo ad orientarci contromano. Da bambino ero bambino e sbagliavo. Oggi so che la Pasqua è più importante del Natale.
La nascita è una pagina bianca, sporcata dall’inchiostro di una prima lettera. Si può scrivere di tutto, ma non sai ancora niente. La Pasqua ha a che fare con la resurrezione, che è concetto cristiano e laico. Puoi prendere la pagina con centomila parole sbagliate, accartocciarla e gettarla via. Rinasci. E stavolta sai tutto.
Esiste un venerdì santo che appartiene a ogni uomo, perfino qui non c’è bisogno di credere per sperimentarlo. Risorgere vuol dire scendere dalla croce e ricominciare. E’ la felicità di chi accetta di morire nella sua vita, per respirare nella verità e nella bellezza. Così, il dolore ha un senso. Il dolore è il viaggio che rende più prezioso l’arrivo.
Se noi impariamo a risorgere, forse anche l’assenza saprà tornare e riprendere la via di casa. Pasqua è aspettare qualcuno che manca da troppo tempo. Apparecchiare la tavola per quando busserà alla porta. E parlargli di nuovo, come se non fosse mai andato via.
Cari lettori, attenti alla porta. Tanti auguri da tutti noi.