Ci sono meno ricoveri causa pandemia e ci sono, forse, anche meno soldi. Ecco perché la Regione, con una nota, ‘taglia’ i rapporti con le strutture convenzionate che, sotto la spinta del coronavirus, si occupavano degli altri pazienti. Il documento, firmato dal dirigente generale del Dipartimento per la pianificazione strategica dell’assessorato alla Sanità, Mario La Rocca, ha un titolo che non lascia dubbi: ‘Sospensione rapporti di collaborazione con le strutture private accreditate per i pazienti provenienti dai pronto soccorso dei presidi ospedalieri pubblici’. E’ di stamattina ed è inviata agli abituali interlocutori: aziende sanitarie provinciali e ospedaliere in primis.
Stop alle convenzioni
Si legge: “Com’è noto, al fine di ridurre la congestione dei pronto soccorso e delle degenze ordinarie delle aziende sanitarie regionali e garantire l’assistenza e la tutela sanitaria dei pazienti No Covid, nella fase di recrudescenza della diffusione del Covid, è stata prevista la possibilità di stipulare apposite convenzioni con strutture private accreditate”. Poi, un riferimento burocratico ai capitoli di spesa. E il successivo passaggio: “Attesa l’esiguità delle risorse sopra citate e considerato che negli ultimi due mesi si è registrato un netto calo di pazienti Covid sia nelle terapie intensive che nei reparti di degenza ordinaria, facendo così diminuire la pressione su ospedali e altri servizi essenziali, si dispone la sospensione di tutti i rapporti convenzionali”.
Le ricadute sugli ospedali
Appunto, parliamo di pazienti No Covid che sono stati dirottati altrove, inizialmente, perché gli ospedali erano in emergenza e adesso non lo sono più. Così si intende muovere un altro passo verso il ritorno alla normalità, realizzando un risparmio. Bisognerà, però, vedere quali saranno le ricadute sugli ospedali. Nei giorni scorsi, abbiamo raccontato momenti di caos nei pronto soccorso, a Villa Sofia come all’ospedale Civico. Ma, soprattutto, in quella nota, c’è un passaggio sull”esiguità delle risorse’ che può essere variamente interpretato come fatto sporadico o come un segnale di sofferenza rispetto ai costi della macchina Covid. Anche questo è un dibattito che interesserà i prossimi mesi.
Il ritorno alla normalità
La parola normalità è tra le più gettonate in Sicilia, come ovunque. Dopo un lunghissimo tempo di lotta si desidera uno spiraglio di sole. L’andamento della pandemia impone ancora cautela. Il commissario Covid di Palermo, il dottore Renato Costa, lo ha ricordato in occasione degli assembramenti per l’ultimo ‘Palermo Pride’: “Non possiamo avallare cedimenti. E’ semplicemente inaccettabile. Le mascherine vanno usate sempre nei luoghi chiuso e nei luoghi aperti in caso di assembramento. I più responsabili facciano opera di persuasione. Siamo stanchi”.