In quattro regioni e una provincia autonoma italiana non si raggiungono quota di vaccino antinfluenzale pari o superiore al 75% della popolazione target per età. Sono Piemonte (61%), Molise (60%), Campania (56%), Provincia Autonoma di Bolzano (52%) e Valle d’Aosta (48%). Il dato è in miglioramento rispetto alla scorsa stagione, quando non raggiungevano coperture sufficienti 7 regioni e 2 Province Autonome. Questo è quanto emerge da un’analisi della Fondazione Gimbe.
“La nostra analisi, se da un lato quantifica ancora difficoltà di accesso per la popolazione generale al vaccino antinfluenzale, dall’altro rileva un netto miglioramento nella gestione delle forniture dei vaccini: dai timing di pubblicazione della Circolare Ministeriale, quest’anno anticipata di un mese, alle tempistiche dei bandi di gara per la fornitura dei vaccini antinfluenzali da parte delle Regioni, nel rispetto dei tempi utili per la produzione dei vaccini da parte delle aziende farmaceutiche”, commenta il presidente di Gimbe Nino Cartabellotta.
Sono 15 le regioni e una provincia autonoma ad essersi aggiudicate un quantitativo adeguato di dosi per raggiungere la copertura del 75% della popolazione target per età. Tuttavia la disponibilità di dosi residue per la popolazione non a rischio è molto variabile: Puglia, Veneto, Emilia-Romagna, Lazio, Sicilia, Liguria, Lombardia, Friuli-Venezia Giulia, Calabria, Toscana, Umbria, Marche, Provincia Autonoma di Trento, Basilicata, Sardegna, Abruzzo.
Anche in questo caso il dato è in miglioramento rispetto alla scorsa stagione, quando ad ottenere il numero di dosi sufficienti a raggiungere l’obiettivo di copertura sono state solo 12 Regioni. “Durante la scorsa stagione influenzale – osserva Cartabellotta – sono stati guadagnati oltre dieci punti percentuali (da 54,6% a 65,3%) nelle coperture vaccinali antinfluenzali della popolazione over 65 anni”.
Anche le coperture della popolazione generale sono aumentate nella stagione 2020-2021 rispetto all’anno precedente, passando dal 16,8% al 23,7%: “valori che, tuttavia, lasciano enormi margini di miglioramento”, aggiunge. L’ampia gamma di misure restrittive per contenere la diffusione del virus – spiega Gimbe – e il contestuale aumento delle coperture vaccinali antinfluenzali hanno limitato nettamente l’impatto dell’influenza stagionale, la cui incidenza nella stagione 2020/2021, secondo i dati dell’Istituto Superiore di Sanità, è sempre rimasto sotto la soglia base. “Tuttavia, con la piena ripresa delle attività lavorative, sociali e ricreative è necessario tenere alta la guardia: infatti, se da un lato mancano fattori prognostici affidabili per prevedere l’impatto dell’influenza nella stagione 2021-2022, dall’altro i dati attuali rilevano un’incidenza delle sindromi simil-influenzali superiore a quella degli anni precedenti”.