Un esposto firmato da un intero stabile di via dei Chiavettieri: per qualcuno dei firmatari neanche i materassi alle finestre erano riusciti ad attutire i rumori della “movida” notturna palermitana. Parte da qui la nuova interpretazione della norma 659.1 che questa mattina è stata presentata in conferenza stampa al palazzo di giustizia di Palermo.
La sua prima applicazione in questo senso è stata autorizzata qualche giorno fa dal Gip, grazie alla quale il Nucleo Operativo Protezione Ambiente, in via dei Chiavettieri, ha proceduto al sequestro di alcuni beni mobili. Sedie e tavoli posizionati abusivamente sul suolo pubblico, e impianti sonori, causa, assieme al vocìo generale, di disturbo alla quiete pubblica.
“L’innovazione è costituita dall’illecito commesso in concorso” ha spiegato il procuratore generale Nino Gatto in conferenza stampa. “Difficile infatti, prima di oggi, stabilire quale specifico locale fosse la fonte dell’eccessivo rumore” ha aggiunto il comandante della polizia municipale Serafino Di Peri. “Un disturbo che può diventare illecito anche solo nel momento in cui si supera la soglia di normale tollerabilità” ha voluto precisare poi il procuratore.
Hanno seguito la conferenza stampa anche Gabriele Calandrino, titolare de “I Chiavettieri”, che ha voluto precisare come già 4 volte aveva fatto richiesta di concessione del suolo pubblico senza ottenere risposta e, Fabrizio Ferrandelli, consigliere comunale Idv che invece ha voluto evidenziare come sia sempre più necessaria una regolamentazione certa fornita dal Comune di Palermo. In ogni caso i controlli, annunciano i vigili, si estenderanno presto anche sul resto della città.