Il Tribunale di Termini Imerese, sezione distaccata di Cefalù, ha condannato l’Ente Parco delle Madonie a risarcire oltre 6 mila euro al proprietario di un terreno che aveva subito danni provocati da un branco di cinghiali. La vicenda risale all’estate 2007, quando Calogera Albanese, proprietaria di un fondo a Petralia Sottana, presentò una denuncia all’Ente Parco (allora il commissario era Angelo Aliquò) segnalando danni per 8 mila euro ad un vigneto e ad un frutteto. “Dopo un po’ di tempo – dice Marco Favarò, legale della signora Albanese – l’ente erogò circa 3 mila euro sotto forma di ‘indennizzo’, somma di gran lunga inferiore a quello che, a nostro avviso, era il danno reale, rispetto al quale avevamo presentato una perizia”. Iniziò, dunque, una vicenda processuale conclusasi nei giorni scorsi, quando il Tribunale ha riconosciuto un danno totale di circa 6.300 euro, condannando l’ente al pagamento della differenza rispetto ai 3 mila euro già versati, più altri 2.900 euro per spese legali e di consulenza. “Questa sentenza – aggiunge Favarò – segna una svolta perché fino a oggi chi si è trovato in situazioni simili si è quasi sempre ‘accontentato’ dell’indennizzo. Invece ora siamo di fronte al riconoscimento di un vero e proprio ‘risarcimento del danno’: si tratta di due concetti giuridici profondamente differenti”. I proprietari di terreni e abitazioni all’interno del Parco delle Madonie sono tenuti a rispettare limiti precisi per la realizzazione delle recinzioni e per l’utilizzo dei materiali, che spesso non sono in grado di reggere l’impatto con i cinghiali. Nel 2008 l’Ars approvò una legge regionale che prevedeva il ‘controllo del sovrappopolamento di fauna selvatica o inselvatichita in aree naturali protette’.
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