Il museo chiude. Tutti fuori. Salta così l’assemblea dei cittadini, riuniti spontaneamente in difesa di Palazzo Riso a rischio chiusura, secondo i dirigenti del museo, a causa del mancato finanziamento dei progetti e dai lavori di ampliamento che potrebbero rendere impossibile l’attività. L’incontro era previsto per le 19, ora di chiusura degli uffici. Così, i cittadini hanno dovuto lasciare il Palazzo. Fuori dal Museo, i carabinieri, a vigilare su una protesta in realtà assolutamente pacifica.
I cittadini sono usciti dal Palazzo senza creare alcun problema. Le motivazioni del mancato svolgimento dell’assemblea sono legati, oltre all’orario di chiusura del museo, almeno stando a una lettera del dirigente generale ai Beni Culturali Gesualdo Campo, anche al rischio di incorrere in qualche incidente vista la “mancanza di copertura assicurativa” per i partecipanti. Un pretesto, in realtà, secondo il direttore del Museo, Sergio Alessandro, che nel pomeriggio aveva dichiarato: “Il dirigente generale Campo sta provando a inibire perfino la libera aggregazione di cittadini che desiderano riunirsi al museo per discutere del museo”.
E l’assemblea, in effetti, non s’è svolta. Ma il tentativo di tenere i riflettori accesi sul museo, in qualche modo, è proseguito, visto che i cittadini sono rimasti lungo il corso Vittorio Emanuele, sorvegliati dalle forze dell’ordine.
“Ma noi oggi non rappresentiamo questa o quella parte – spiega Francesco De Grandi, uno degli artisti scesi in campo in difesa del “Riso” – vorremmo solo che l’assessorato regionale e la direzione del Museo si incontrassero pubblicamente, davanti a noi cittadini, per chiarirsi e chiarire a noi quali rischi effettivamente corra il Museo. Noi cittadini – aggiunge – vorremmo anche essere messi nelle condizione di dialogare tra di noi, e verificare se esistono altri modi per gestire la cultura a Palermo, magari attraverso la creazione di comitati di artisti. Cosa significherebbe la chiusura del Riso? Si tratta dell’unico museo d’arte contemporanea, sarebbe una grave perdita per Palermo”.
“Noi ci auguriamo – dice Giuseppe Imburgia, che è stato anche presidente dell’associazione ‘Amici del museo Riso’ – che Regione e museo riuscissero a dialogare. Da cittadini, vorremmo semplicemente monitorare la situazione. Prossimi incontri qui? Niente di ufficiale. Ci incontreremo come sempre qui al museo, già da lunedì, o martedì, in maniera del tutto informale”. In serata, intanto, è arrivata una dichiarazione dell’assessore ai Beni culturali, Sebastiano Missineo, che allontana i dubbi sulla chiusura del Palazzo: “Non abbiamo – ha detto – tempo da perdere in sterili polemiche, basate sul nulla, preferiamo lavorare concretamente, come è nel nostro stile, alla riorganizzazione del Museo Riso. Nei prossimi giorni – ha aggiunto – saranno comunicate alcune iniziative che partiranno a breve e che colmeranno l’attuale mancanza di programmazione”.