CATANIA – Sembra che neanche la magistratura ci veda chiaro sull’emendamento – inserito sul decreto Sostegni bis e approvato lo scorso luglio dal Parlamento – che rimodulava le Camere di Commercio siciliane; se non si spiegherebbe l’ordinanza emessa venerdì 25 marzo dal Tar che dà un assist alla sospensiva decisa una decina di giorni fa dal Consiglio di Giustizia Amministrativa annullando l’efficacia della nomina dei due commissari per le due nuove Camere di Commercio: Catania da un lato e Siracusa, Ragusa, Caltanissetta, Agrigento e Trapani dall’altro. Nomina decisa, congiuntamente, dalla presidenza della Regione Siciliana e dal Mise.
Il Tar con la sua ordinanza, la n. 328/2022, non solo sospende gli atti connessi a queste nomine ma si chiede, in buona sostanza, come abbia potuto il Parlamento legiferare in materia Camerale producendo effetti solo nell’ambito territoriale della Sicilia. Un dubbio che da mesi è stato sollevato da più parti e che ora sembra non essere stato così peregrino.
Con quest’atto la prima sezione del Tar “accoglie l’istanza cautelare”, proposta da Pietro Agen e da altri sei componenti di giunta e del Consiglio della Super Camera del Sud Est, “in via interinale e fissa il definitivo esame dell’istanza cautelare in camera di consiglio” per il 12 maggio 2022.
Se è vero ciò che diceva Agatha Christie, un indizio è un indizio, due indizi sono una coincidenza, ma tre indizi sono una prova; non resta che aspettare la prossima discussione fissata, dal CGA, per il 6 aprile.