PALERMO – “Grande preoccupazione per una scelta che potrà avere ricadute pesanti sulla vita delle imprese, ma che si è deciso di prendere nelle stanze chiuse della politica”. Così Confindustria Sicilia commenta l’emendamento al decreto ‘Sostegni-bis’ che, sciogliendo la Camera di Commercio del Sud-Est, sgancia gli enti di Siracusa e Ragusa da quello di Catania, associandoli a quelli delle province di Caltanissetta, Agrigento e Trapani.
“Le camere di commercio – afferma l’associazione degli industriali siciliani – sono espressione del mondo imprenditoriale per il quale rappresentano un reale punto di riferimento e di propulsione per uno sviluppo armonico con le vocazioni dei territori. È per questo che risulta incomprensibile che, per assecondare le richieste di due province, ossia Siracusa e Ragusa, e consetire loro di scindersi da Catania, si sia scelto di accorparne ben 5, coinvolgendo Agrigento, Caltanissetta e Trapani, distanti dalle prime due non solo geograficamente ma anche dal punto di vista economico e sociale. Tra l’altro i numeri dell’eventuale nuova “supercamera” a cinque consegnerebbero la sede legale dell’ente a Trapani, distante 350 chilometri da Ragusa e 260 da Siracusa, scontentando di fatto tutti e cinque i territori. Facciamo appello affinché si avvii immediatamente una fase di reale e leale confronto per arrivare a una soluzione condivisa e utile per il sistema delle imprese”.
“In questo caso la toppa è peggio dello strappo”. E’ il giudizio di Confagricoltura Sicilia sull’emendamento “Prestigiacomo” presentato in Parlamento per un nuovo accorpamento delle Camere di Commercio siciliane. La proposta appare in palese contrasto con tutte le valutazioni geografiche ed economiche: unire le realtà camerali di Ragusa e Siracusa (Sicilia orientale), fin qui accorpate con Catania, con quelle di Agrigento, Caltanissetta e Trapani appare un’eresia aggravata anche dal fatto che il coordinamento spetterebbe proprio alla sede trapanese.
“Come organizzazione -spiega il presidente degli agricoltori siciliani, Ettore Pottino – siamo sempre stati per una riconsiderazione di questi Enti funzionali , ovvero di quegli organismi che nel tempo sono stati svuotati di gran parte della loro funzionalità istituzionale ma continuano a gravare per intero sulle tasche dei potenziali beneficiari di servizi ormai superati. In questo caso la soluzione individuata dall’emendamento “Prestigiacomo” non va in ogni caso a favore dei beneficiari, avendo considerato solamente un incomprensibile e dannoso rimescolamento delle aggregazioni e non un’operazione di rilancio e di ristrutturazione dei costi gestionali delle Camere di Commercio”.
Con la risposta del Ministro ci chiediamo :Chi ha vinto la guerra tra bande per accaparrarsi l’aeroporto? I cittadini ormai sono sbigottiti attendono una risposta. Speriamo che arrivi presto e che la magistratura faccia luce su tutte le carte che riguardano l’aeroporto (come appalti, consulenze parcheggi e quant’altro) e le Camere di commercio .Ci auguriamo che i capi banda e i suoi gregari vengono tenuti lontani dal business aeroporto. Chissà se c’è nel mezzo la mafia e l’antimafia di facciata?
Ma questo accorpamento aveva un senso, perché corrispondeva al distretto produttivo del sud – est, già avviato. Quelli assurdi erano e sono Palermo con Enna ed Agrigento e Trapani con Caltanissetta, quando invece si poteva accorpare tutto a Palermo, tranne naturalmente Enna che si trova ad un tiro di schioppo da Catania. Al limite tirandosi dietro pure Caltanissetta ( le due città distano solo 15 km ) per rendere la vita più facile a Gela, lontana da Palermo ma prossima a Catania. Io dico che sono queste le ‘esigenze dei territori’. Ma questi ragionano solo in termini di province, usandole come tessere di un puzzle da comporre e scomporre a loro piacimento.