PALERMO – La violazione non era definitivamente accertata. Ecco perché un automobilista è stato assolto in appello dall’accusa di avere guidato la macchina senza patente. Un caso che si ripete spesso quello scoperto dal difensore, l’avvocato Dario Falzone.
Nel marzo del 2021 l’imputato è stato condannato a due mesi di carcere e 4.000 euro di ammenda. La contestazione risaliva al 5 settembre 2017. Secondo l’accusa, l’uomo era recidivo visto che neppure due mesi prima, il 10 luglio 2017, era stato fermato alla guida senza patente.
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L’avvocato Falzone in appello ho fatto valere il principio stabilito dalla Cassazione, in base al quale per esserci recidiva (e quindi commettere reato e non una semplice violazione amministrativa) è necessario che la violazione stessa sia “definitivamente accertata”.
In questo caso non erano decorsi i 60 giorni entro i quali potere fare ricorso contro la prima violazione amministrativa. Altro che definitiva, dunque. E così la sentenza del giudice monocratico di Termini Imerese è stata ribaltata.
La stessa Procura generale ha chiesto l’assoluzione, decisa dal collegio presieduto da Adriana Piras “perché il fatto non è previsto dalla legge come reato”.