“Continua la trattativa per la poltrona di Presidente regionale e i diversi partiti del centrodestra continuano a barattare nomi, intenzioni e candidati pur di garantirsi scranni da cui dispensare potere”. Lo afferma Rita Barbera, che corre per la carica di sindaca di Palermo, in merito alle fratture interne al centrodestra.
Secondo Barbera “il ritiro della candidata Varchi, in quota FdI, e la convergenza sul candidato Lagalla, mostra per la prima volta un accordo inedito che posiziona Italia viva, già sostenitrice di Lagalla, nella famiglia del centrodestra e alleata con FdI, probabile segno di un accordo più ampio di quello locale. Quest’operazione garantirà loro, forse, una convergenza sul nome di Musumeci, già sponsor di Lagalla, come candidato unico del centrodestra alla prossima competizione regionale”.
“È evidente – continua che si stiano preparando le strategie per prossime elezioni regionali e, forse, per le consultazioni nazionali previste per il 2023. Il centrodestra dimentica però che le prossime amministrative riguardanti la città di Palermo devono eleggere chi la amministrerà per almeno i prossimi cinque anni e per farlo non bastano giochetti partitici, scambi elettorali e consenso facile. Da un lato, il centrodestra ha messo in campo via via possibili candidati senza raggiungere un accordo salvo ritirarli, o farli ritirare, dimostrando che le loro candidature non erano frutto di amore verso la città di Palermo ma solo giochi politici e ora, nonostante gli accordi, rimangono in campo politici prezzolati che nel loro curriculum vantano la loro presenza nei governi Cuffaro, Lombardo e Musumeci”.
Poi una stoccata anche all’altro campo: “Il centrosinistra presenta il candidato unico, che viaggia sotto l’ombrello di protezione dei partiti e che, per stessa dichiarazione di esponenti dell’amministrazione uscente, è il loro candidato, quello che le può garantire continuità. Anche per questo ritengo la mia candidatura l’unica che garantisca a Palermo la possibilità di essere amministrata senza vincoli di partito e di nessuna lobby, con la partecipazione diretta delle palermitane e dei palermitani alle decisioni, anche con lo strumento delle consulte circoscrizionali e che possa, finalmente, lasciarsi alle spalle il periodo buio che la ha costretta a involversi, rinunciando al proprio ruolo di centralità nel Mediterraneo, che è necessario riprenda al più presto”.