In venti anni l’Unione europea ha finanziato 34 grandi progetti ambientali che hanno interessato la Sicilia, erogando circa 25 milioni di euro e sbloccando complessivamente 55 milioni di euro di investimenti. Sono i numeri del programma Life Natura, che dal 1992 sostiene le politiche ambientali nei Paesi dell’UE attraverso finanziamenti diretti. Se n’è discusso lunedì presso la Riserva Naturale dello Zingaro, in provincia di Trapani, in occasione del ventennale del programma Life Natura, organizzato dalla Regione Siciliana Assessorato delle Risorse Agricole e alimentari in collaborazione con la società cooperativa Fenice di Palermo. Il Life Natura è una delle punte di diamante dei finanziamenti comunitari in favore dell’ambiente. Ad oggi sono stati sostenuti più di 3.500 progetti in tutta Italia, contribuendo con oltre 2,5 miliardi di euro. Per il periodo 2007-2013 la dotazione finanziaria ammonta a circa 2,1 miliardi. “A differenza dei fondi strutturali – ha spiegato Pietro Miosi, dirigente del Servizio per la tutela del Patrimonio faunistico del Dipartimento regionale Interventi Strutturali- i bandi sono pubblicati annualmente direttamente dalla Commissione Europea e i controlli sono molto stringenti. Per la programmazione 2013-2020 ci saranno oltre 3 miliardi di euro a disposizione per cui sarà un’occasione unica per l’Isola di portare avanti iniziative a salvaguardia dell’ecosistema”.
Francesco Cristian Schembri, assessore all’Ambiente della Provincia di Agrigento, ha rivendicato il primato della propria amministrazione che ha ottenuto il maggior numero di iniziative approvate, ben quattro. Presente pure Valeria Restuccia, direttrice della Riserva Naturale dello “Zingaro”, che ha rimarcato “il lavoro di qualità svolto dai dipendenti della forestale e dall’azienda in una riserva che è la madrina delle aree protette dell’Isola”. Mario Lo Valvo dell’Università di Palermo, ha evidenziato il difficile quanto importante lavoro per salvaguardare e conservare la Coturnice di Sicilia.
Ma sono tanti i progetti finanziati, che saranno illustrati in una mostra itinerante partita il 18 maggio dalla Riserva naturale dello Zingaro, dove sosterà fino al 25 maggio presso il centro visitatori situato nell’ingresso Sud. Dal 4 Giugno all’8 si sposterà a Petralia Sottana, in provincia di Palermo. Dall’11 giugno al 15 giugno sarà la volta di Agrigento, poi dal 18 al 22 giugno tappa a Vendicari, nel Siracusano, presso la Riserva naturale orientata Oasi Faunistica di Vendicari.
Tra le iniziative ci sono la tutela delle tartarughe marine, della Caretta Caretta nelle Pelagie e del delfino costiero, un elettrodomestico per trattare i rifiuti in casa evitando di conferire in discarica, azioni per salvaguardare le maccalube di Aragona. E ancora, progetti per salvaguardare l’habitat della riserva di Vendicari e per ottenere riduzione dei consumi energetici residenziali, pari al 20%, sperimentati nella valle del fiume Oreto a Palermo.
Presenti anche i responsabili del progetto per tutelare la Zelkova, una pianta che gli esperti ritengono possa essere il più antico essere vivente esistente sul pianeta e che in Sicilia è in estinzione. Il progetto è stato al centro di polemiche per una figura di consulente richiesta dal bando. “Ma la figura del project manager – ha spiegato uno dei responsabili del progetto, Giuseppe Garfì del CNR – è espressamente richiesta dall’Unione europea, che pretende esperienza pluriennale e che la figura debba essere impiegata a tempo pieno. Tra l’altro i 150 mila euro di cui si è parlato sono spalmati per cinque anni, quindi alla fine l’indennità per il consulente sarebbe stata di 30 mila euro lordi all’anno finanziati da Bruxelles nell’ambito del progetto. Invece il caso è stato strumentalizzato e alla fine il bando è stato sospeso. E adesso sì che il consulente graverà sulle casse del bilancio regionale”. La figura del project manager, infatti, adesso sarà individuata all’interno dell’amministrazione. Se ne occuperà Matilde Fiore, dirigente dell’unita operativa che si occupa di progettare, delle candidature, e dell’attuazione di progetti comunitari. E come richiesto da Bruxelles, se ne occuperà a tempo pieno. Dunque le somme previste per il consulente, se non saranno rimodulate, torneranno all’Ue “mentre il project manager – spiega Garfì – vero è che non riceverà somme aggiuntive ma solo lo stipendio normalmente erogato della Regione, ma è pur vero che al suo posto dovrà essere nominato qualcuno, considerata anche la delicata attività svolta dalla dirigente Fiore. Altrimenti il lavoro di progettazione per ottenere finanziamenti comunitari inevitabilmente ne risentirà. In ogni caso – conclude – questa volta il consulente non graverà su Bruxelles ma sulle casse della Regione e anzi sarà pagato di più, perché se prima si parlava di 30 mila euro all’anno lorde, adesso il costo è quello di un dirigente e dunque di circa 70 mila euro all’anno”.