La parola ‘allarme’ per il Covid non è affatto un rigurgito allarmista, ma la cronaca di quello che sta succedendo in Sicilia. Basta citare quello che abbiamo già scritto, con le opportune virgolette: ‘L’incidenza dei casi di Covid sale sopra 500 per 100mila abitanti in otto regioni: Abruzzo (533,1), Emilia Romagna (512,0), Friuli Venezia Giulia (552,4), Lazio (672,7), Sardegna (680,7), Sicilia (563,2), Umbria (560,9) e Veneto (623,0). Il valore più alto è dunque quello della Sardegna. Rispetto all’occupazione dei reparti ordinari ospedalieri, questa settimana, due regioni superano la soglia di allerta fissata al 15% per l’occupazione di posti letto da parte di pazienti Covid: la Sicilia (al 17,6%) e l’Umbria (al 17,7%)’. E’ il flusso di contagi e ricoveri che ogni giorno crescono. Non è nemmeno una sorpresa, ma la somma prevedibile dell’abbandono di ogni precauzione, mascherine in testa, con la combinazione delle varianti.
L’emergenza non percepita
Viaggiamo su binari pericolosi che potrebbero condurci nel cuore di una rinnovata e prevedibile emergenza. Speriamo di no, ma abbiamo imparato, a nostre spese, che sperare, contro il coronavirus, non è sufficiente. Lo scenario, nel frattempo, è mutato. La maggioranza delle persone non pratica più alcuna prudenza. Il contagio, anche se parecchi pazienti hanno sintomi pesanti, che vadano o non in ospedale, è considerato un mero incidente di percorso, non più una eventualità da scongiurare. Avverte il commissario per l’emergenza a Palermo, il dottore Renato Costa: “Dobbiamo recuperare un sentimento collettivo di responsabilità. Il Covid c’è e può farci ancora molto male. E non si devono dare messaggi sbagliati”. Lo stesso Costa, in queste ore, ha minacciato le dimissioni, contrariato da alcune delibere dell’Asp. Qui è riassunta tutta la storia.
Sicilia, strategia e preoccupazioni
In assessorato si sta cercando di correre ai ripari. C’è stata una riunione per discutere di varie strategie come il ritorno allo screening con i tamponi in aeroporti e porti e la riapertura dei Covid Hotel. Ma pure a livello politico il contesto è cambiato. Il governo Musumeci si avvia verso la conclusione della sua esperienza, il presidente della Regione è avviluppato nelle polemiche, prodotte anche da lui stesso, sulla vicenda della sua candidatura. Ecco gli argomenti dominanti. Gli esperti, intanto, sono preoccupati. Dice l‘infettivologo Massimo Farinella: “Se non si rimodula il messaggio sociale, se non si torna alla prudenza, rischiamo tantissimo”.
Tocca alla politica
Proprio la politica, in generale, sta dando messaggi discutibili rispetto all’evidenza, perché, spesso, preferisce il consenso e la popolarità alla responsabilità. Molti segnali di totale rilassatezza, incongrui rispetto ai numeri, arrivano dall’alto. E sarà difficile recuperare l’attenzione perduta. (Roberto Puglisi)