"In ospedale con la quarta dose: Covid, stiamo rischiando tantissimo"

“In ospedale con la quarta dose: Covid, rischiamo tantissimo”

Intervista al dottore Massimo Farinella, primario e infettivologo. Il suo allarme.

I contagi in forte aumento. Gli ospedali che cominciano ad avere i posti letto saturi per il Covid. “In reparto ho soltanto un posto libero, poi basta. E devo sperare che, a parte il Covid, i pazienti non sviluppino altre infezioni da germi trasmissibili per cui deve scattare l’isolamento”. Sono le parole del dottore Massimo Farinella, primario del reparto di Infettivologia dell’ospedale ‘Cervello’ di Palermo, in trincea dall’inizio della pandemia. E sono parole che, come quelle che seguono, esprimono preoccupazione.

Dottore, che cosa sta succedendo?
“Quello che era prevedibile per chi avesse occhi per vedere. Scontiamo la combinazione tra le nuove varianti e la fine delle restrizioni. Abbiamo una pressione che inizia ad essere significativa sia sulle aree d’emergenza sia nei reparti ordinari”.

Era prevedibile, dice?
“Certo e io non sono un catastrofista. Ci sono varianti più aggressive a livello di contagio, come Omicron 5, nel frattempo si tolgono le mascherine al chiuso. Una scelta ridicola che ha prodotto, in tutti, un grave rilassamento”.

I sintomi e l’età degli ammalati?
“Rispetto al passato, con l’arrivo delle varianti, i sintomi sono molteplici. Non c’è più il quadro esclusivo dell’insufficienza respiratoria. Abbiamo molti anziani e fragili. L’età e le altre patologie sono un denominatore comune dei ricoverati”.

Finiscono in ospedale nonostante le terze dosi?
“Anche con le quarte. Qui abbiamo due casi. Il vaccino contiene e offre una discreta protezione contro la malattia gravissima, scongiurando in moltissimi casi la morte e la terapia intensiva. Ma anche i vaccinati sono qui, con sintomi impegnativi, perché la copertura, finché non ci sarà un farmaco aggiornato, rimarrà parziale, specialmente se l’ultima dose è lontana nel tempo. Ed è facilissimo reinfettarsi”.

Ci sono ancora non vaccinati in corsia?
“Purtroppo, sì. Sono quelli che stanno malissimo e che hanno maggiori probabilità di un decorso fatale”.

Lei è preoccupato?
“Moltissimo. Avremo i turisti che offriranno al Covid altre possibilità di ricombinazione. E avremo parecchie occasioni di incontro senza la mascherine”.

Cosa rischiamo?
“Se non si rimodula il messaggio sociale, se non si torna alla prudenza, rischiamo tantissimo”.


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